IL PROBLEMA FORNITORI - “La Saab ha un problema di liquidità, momentaneo, che riteniamo di poter risolvere rapidamente”. Così l’amministratore delegato di Saab Automobile Italy, Gianni Costantini, a proposito delle difficoltà in cui versa la casa svedese. Assediata dai fornitori che, nei giorni scorsi, hanno sospeso le consegne per via dei mancati pagamenti, la Saab si è vista costretta a bloccare la produzione. “Dopo l’uscita dall’orbita General Motors, abbiamo tenuto sotto controllo costi e investimenti”, ha spiegato Costantini durante un incontro con la stampa nella nuova sede di Casalecchio di Reno, a due passi da Bologna, “ma le vendite non hanno avuto la crescita sperata e si è creato uno squilibrio. Tra l’altro, abbiamo incassato solo metà dei 400 milioni di euro ottenuti, per il rilancio dell’azienda, dalla Banca Europea. Il finanziamento è garantito dallo Stato svedese ed esclude la possibilità di cessione degli immobili, che ci toglierebbe subito dalle difficoltà. Comunque, l’allarme rientrerà al più presto”. Anche perché non manca chi ha manifestato interesse per la casa di Trollhättan, passata di mano nel febbraio 2010 quando venne rilevata dalla Spyker, piccolo costruttore olandese specializzato in supercar. Il riferimento è al finanziere russo Vladimir Antonov, ex socio di Victor Mueller proprio nella Spyker, che nelle ultime settimane si era detto pronto a investire nella Saab.
TRAVOLTI DALLA CRISI GM - La casa svedese è reduce da due anni durissimi. Costantini non usa giri di parole. “Alla fine del 2009, la Saab era praticamente morta. Dopo una lunga e complessa trattativa, la Koenigsegg (altro produttore di supersportive, ndr) fece marcia indietro proprio alla vigilia dell’accordo, ritirandosi dall’operazione. E la GM, all'epoca nostra azionista, si disse pronta a chiudere la Saab”. Tutto era cominciato nel 2008, con la crisi del colosso di Detroit. L’anno prima, la Saab aveva fatto il suo risultato record, con oltre 130.000 vetture vendute in tutto il mondo. Nel 2009, i clienti crollarono a poco più di 27.000. E gli americani, alla disperata ricerca di quattrini, decisero di disfarsi di quella casa automobilistica così particolare, nata nel 1937 come azienda aeronautica, un glorioso passato nei rally e alcuni modelli (Sonet e 900) entrati nel cuore degli appassionati. Proprio i fan di tutto il mondo avviarono una martellante campagna su internet per “salvare la Saab”, mentre i manager, in Svezia, trovavano un nuovo acquirente: la Spyker, appunto. “Il 23 febbraio 2010 è stato il nostro indipendence day”, dice Costantini: “quel giorno è stata ratificata la cessione da GM. E Mueller ha voluto che a Stoccolma, alla firma dell’accordo, fosse presente anche il blogger neozelandese che aveva guidato la campagna sul web di sostegno alla Saab”.
La Saab 9-5 Wagon sarà presto sul mercato.
LA RINASCITA - Da quel momento, è partita la nuova Saab. Dopo sette settimane di inattività e con tutta la produzione concentrata a Trollhättan, per ridurre i costi. Nel 2010, le vendite sono aumentate del 15% (31.696 unità) rispetto all’anno nero 2009: non abbastanza, come abbiamo visto, per navigare in acque tranquille. In ogni caso, il piano industriale prevede il ritorno al profitto nel 2012, dopo due anni in rosso. “L’anno prossimo pensiamo di vendere circa 120.000 auto, ma già alla fine del primo quadrimestre sfioreremo il punto di pareggio, che per noi è di circa 80.000 vetture l’anno”. Decisiva sarà la nuova 9-3, in programma verso fine 2012. Un’alternativa ad Audi A4 e BMW Serie 3. Mentre non è inserita ufficialmente nel piano la “piccola Saab”, che qualcuno ha già battezzato 9-1. “Una macchina che, comunque, tutti noi speriamo di poter costruire e vendere prima possibile”, dice Costantini. “Ci permetterebbe di fare concorrenza a BMW Serie 1 e Audi A3”. Proprio la casa di Monaco, tra l’altro, fornirà il motore 1.6 a benzina destinato alla futura 9-3. Mentre l’ammiraglia 9-5, lanciata l’anno scorso nella versione berlina (leggi qui il primo contatto) e che tra poco sarà affiancata dalla station wagon, è realizzata sullo stesso pianale utilizzato per la Opel Insignia, con cui condivide anche i motori. Un retaggio inevitabile del passato nel gruppo GM.
La recente Saab Phoenix Concept, presentata al Salone di Ginevra.
SIAMO IL QUARTO MERCATO - E in Italia? “La nuova Saab Automobile Italy è nata il 1° luglio dell’anno scorso”, spiega Costantini. “La sede è a Casalecchio di Reno, dove già avevamo il nostro ‘quartier generale’ prima dell’ingresso in GM Italia. Siamo usciti da questo periodo difficile con la rete commerciale sostanzialmente intatta”. Sono 52 concessionarie, quasi tutte plurimandatarie (l’unica a vendere Saab in esclusiva è a Sondrio) e in larga misura in comune con i marchi Opel e Chevrolet, ma anche con Fiat, Ford e alcune coreane. “Ovviamente, all’interno degli show room abbiamo un’area dedicata, dove i nostri clienti si sentono subito a casa. L’obiettivo, per il 2011, è di vendere almeno 2200 automobili, poco più della metà di quelle consegnate nel 2008, il nostro anno migliore. Il mercato italiano è il quarto al mondo per la Saab, dopo Gran Bretagna, Svezia e Stati Uniti, e secondo noi può avere una potenzialità di circa 9000 clienti l’anno”.