IL GIALLO DEI TAGLI - Ieri a Maranello, secondo quanto riportano diverse agenzie di stampa, sono state indette quattro ore di sciopero dopo che, secondo i sindacati, lunedì scorso i vertici dell'azienda avrebbero annunciato tagli al personale per 270 unità (sono in tutto 2700 i lavoratori di Maranello) dichiarando inoltre che non ci sarebbe stato nessun premio aziendale per i risultati del 2009. Sebbene lo sciopero sia stato confermato da diverse fonti, la Ferrari avrebbe però negato, attraverso una nota ufficiale, l'intenzione di licenziare 270 dipendenti, ritenendo quanto affermato dalle associaizioni sindacali "non solo sbagliato ma anche falso".
MERCATI IN DIFFICOLTÀ - Nella nota diffusa dalla casa attraverso l'agenzia Ansa, la Ferrari ha però spiegato che nonostante "la contrazione economica globale (il mercato di riferimento è sceso del 40%) l'azienda ha continuato a fare ingenti investimenti sul prodotto, sugli impianti e sulle persone. Il contesto economico mondiale è profondamente mutato e la Ferrari deve rispondere alle richieste dei mercati che hanno rallentamenti e accelerazioni sempre meno prevedibili”.
Proprio per far fronte a questi mercati, secondo i sindacati, la Ferrari ha intenzione di "esternalizzare alcune attività considerate non primarie" in modo da ottimizzare i flussi di lavoro e i costi. In questo modo, si legge nella nota, "si creano anche le condizioni per continuare a garantire presso la Ferrari l’occupazione di quasi 100 lavoratori con contratti flessibili".
NIENTE RISULTATI, NESSUN PREMIO - Oltre a questa iniziativa, i manager del Cavallino avrebbero anche intenzione di attuare un piano di prepensionamento su base volontaria volto a creare posti di lavoro per i giovani. Quanto al premio di produzione, la Ferrari, attraverso la sua nota, sottolinea che “purtroppo non sono stati raggiunti gli obiettivi né industriali né sportivi che erano stati concordati. Per questo saldare un premio senza aver raggiunto i risultati sarebbe sbagliato. Ciononostante l'azienda è tuttavia disponibile a un ulteriore sforzo economico per venire incontro alle esigenze delle proprie persone”.