André Abboud (
nella foto) è il direttore del programma prodotto per la nuova
Renault Scénic. Lo abbiamo incontrato al Salone di Ginevra, nello stand della casa francese, dove ci ha mostrato una della novità più importanti per la Régie: la nuova generazione della monovolume compatta che, in 20 anni, ha venduto 5 milioni di unità. Con lui abbiamo parlato anche dei retroscena della progettazione.
Questa è la quarta generazione della Renault Scénic. Quali sono i punti di contatto, e quali le differenze, con il passato?
Già 20 anni fa, con la Scénic la Renault ha voluto esprimere il proprio spirito pionieristico in fatto di design, ma non solo. Anche il modello che presentiamo a Ginevra vuole “uscire dal coro” e lo fa con un parabrezza molto avanzato, con le livree vivaci, anche in bicolore, con le grandi ruote di 20 pollici per tutta la gamma e con un’altezza da terra aumentata di tre centimetri rispetto alla generazione precedente, per ispirarsi al mondo di suv e crossover. Ma non abbiamo perso d’occhio la praticità, che è nel Dna di questo modello.
Ci può fare qualche esempio?
Abbiamo puntato molto sulla modularità degli interni. Per esempio, i tre sedili posteriori singoli e scorrevoli possono essere reclinati semplicemente premendo i tasti nella parete del baule. Inoltre, la consolle centrale tra le poltrone anteriori può scorrere per essere utilizzata anche da chi siede dietro. E dietro agli schienali anteriori non mancano tavolini studiati anche per fissare ciascuno un tablet, per esempio per vedere un film.
Torniamo al design. Le ruote di 20 pollici sono una scelta originale per una monovolume…
In effetti è per una ragione estetica che abbiamo optato per questa soluzione. Spesso le auto si vedono nei bozzetti dei progettisti o ai Saloni con ruote grandi, poi però nei modelli che la clientela compra queste hanno dimensioni più contenute, compromettendo in parte il lavoro dei designer.
Ma cerchi così grandi non riducono il comfort?
In realtà no, per due ragioni. Anzitutto le gomme non hanno una spalla ribassata, visto che la misura è 195/55 R 20. Già questo consente di assorbire bene le piccole irregolarità dell’asfalto. Inoltre, la sospensione è progettata ad hoc per questa misura, comune all’intera gamma.
In passato, della Renault Scénic ci sono state anche versioni 4x4 o, più recentemente, con un controllo di trazione più evoluto, adatto anche a un fuori strada leggero. Sarà ancora così?
No, per la nuova Scénic non avremo né la trazione integrale né il cosiddetto Extended Grip: la differenza col passato è che oggi nella nostra gamma c’è una suv di taglia media, la Renault Kadjar. Che è l’auto giusta per chi vuole fare del fuori strada leggero. La nuova Scénic, invece, ha lo “spirito” delle crossover, ma è una vettura stradale.
A proposito, le monovolume non soffrono la concorrenza delle suv e delle crossover?
In passato, soprattutto le crossover hanno eroso una bella fetta di mercato alle monovolume. Ma oggi le vendite di queste ultime si sono stabilizzate. C’è una parte della clientela che ne apprezza la funzionalità, e non è disposta a rinunciarvi pur apprezzando linee ispirate al mondo delle fuoristrada. La nuova Scénic unisce questi due mondi.
Anche per la nuova Espace vi siete ispirati alle crossover. E avete aggiunto le quattro ruote sterzanti per aumentarne la maneggevolezza. Sarà così anche per la Scénic?
Al momento no, anche se il pianale modulare su cui è costruita la Scénic è lo stesso della Espace, della Talisman e della Mégane, che possono avere le quattro ruote sterzanti. Al momento questa scelta è riservata ai modelli più grandi oppure, nel caso della Mégane, alle versioni sportive. In futuro vedremo se vi sarà questa esigenza da parte dei clienti.
Per concludere, ne farete una versione ibrida?
Per ridurre i consumi abbiamo messo a punto un sistema ibrido leggero, basato su una batteria a 48 volt che recupera l’energia in frenata e la restituisce nelle fasi di accelerazione utilizzando l’alternatore come un motorino elettrico. In questo modo aiuta il propulsore tradizionale e i consumi di carburante calano.