Semafori: pubblicato il decreto per l’introduzione dei dispositivi countdown

TUTELA PER I PEDONI E CICLISTI - Preservare la sicurezza di chi circola sulle strade è ormai diventato un imperativo, non solo per le case automobilistiche, ma anche attraverso le norme del Codice della Strada, che vengono spesso aggiornate per raggiungere l’obiettivo. Ed è quello che si prefigge anche l’ultimo Decreto firmato dal Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, volto a definire le caratteristiche per l’omologazione e l’installazione dei nuovi semafori. Questi dispositivi saranno infatti dotati di countdown per dare indicazioni precise sul tempo previsto per l’accensione delle varie colorazioni. Si pensa così di tutelare quelli che vengono definiti “utenti più vulnerabili”, ovvero pedoni e ciclisti ed evitare così che gli automobilisti possano comportarsi in modo avventato all’uscita da un incrocio. 

PIÙ SICUREZZA SULLE STRADE - Sui nuovi semafori all’avvicinarsi del rosso partirà un conto alla rovescia che permetterà di capire quale sia il tempo a disposizione per poter attraversare. Non si correrà quindi più il rischio di ritrovarsi in mezzo alla strada con le macchine in arrivo. All’interno del Decreto vengono così indicate le caratteristiche, i requisiti, le modalità e i termini per l’installazione dei dispositivi countdown nei semafori strada. Si stabiliscono inoltre quali siano le situazioni in cui questi dovranno essere installati obbligatoriamente o a discrezione degli enti proprietari o gestori delle strade. Negli incroci che vengono considerati più pericolosi questi saranno così ritenuti indispensabili. 

QUANDO LI VEDREMO IN AZIONE? - Nei luoghi in cui questi sono ritenuti necessari e sono già presenti altri tipi di semafori, è stata prevista l’installazione dei dispositivi countdown entro due anni dall’approvazione del Programma triennale dei lavori pubblici o del Programma biennale per l'acquisizione di forniture e servizi. I Programmi dovranno essere redatti e approvati entro due anni dalla sua entrata in vigore, in modo tale che anche i Comuni possano avere il tempo necessario per potersi mettere in regola.