UN PO' DI ARIA - Soffocata da debiti per oltre 1 miliardo di dollari, la SsangYong (nella foto in alto la Rexton II) è riuscita ad ottenere dalla Korea Development Bank un primo finanziamento di circa 110 milioni di dollari che permetterà di riprendere la produzione e far mantenere a circa 200 mila dipendenti il posto di lavoro.
Il piano di salvataggio era stato bocciato dalla maggior parte dei creditori stranieri, ma il tribunale di Seul ha preferito evitare la liquidazione dell'azienda (leggi qui la news). Il futuro della SsangYong, resta comunque alquanto incerto. Secondo alcuni analisti, il prestito potrà fare solo da tampone e serviranno al più presto altri finanziamenti che permettano di lanciare un nuovo modello per restare competitivi nel mercato e portare avanti il progetto della C200.

Il prototipo della SsangYoung C200 che doveva debuttare nel 2010.
STORIA DIFFICILE - Fondata nel 1954, la produzione inziale della SsangYong prevede la costruzione delle Jeep per l'esercito americano. Nel 1990 stringe una collaborazione con la Mercedes che le fornisce i motori turbodiesel e i cambi. Nel 1997 passa nelle mani della Daewoo e quando questa crolla e viene acquistata dalla General Motors (in alcuni Paesi, Italia compresa, le sue auto vengono vendute come Chevrolet), la SsangYong viene ceduta. Dal 2004 è controllata dalla cinese Saic con la quale ha una "convivenza" difficile (leggi qui la news).













