NUOVA MASCHERINA - Per la citycar Suzuki Ignis è tempo di restyling dopo tre anni di carriera. Il suo aspetto non cambia nella sostanza, ma viene rinfrescato, grazie a un inedito profilo cromato intorno ai fari anteriori, all’inserto grigio nella parte bassa del fascione e alla nuova mascherina con quattro fregi verticali al posto di quelli orizzontali. Modificati anche i fari fendinebbia, alloggiati più in alto nel fascione, e il paraurti posteriore, che perde il vistoso inserto nero e ne guadagna uno simile a quello anteriore. Complice l’escursione maggiorata delle sospensioni, l’altezza da terra cresce di 1 cm e raggiunge i 19 cm. Debuttano i nuovi colori metallizzati avorio, giallo e verde.
TOTAL BLACK - All’interno cambia poco, perché la Suzuki Ignis 2020 non ha più gli inserti di colore bianco presenti nella plancia del vecchio modello (sono neri) e arrivano nuovi fregi su tunnel e maniglie, di colore argento o blu a seconda della vernice esterna.
PIÙ “PULITO”, MENO POTENTE - La Suzuki Ignis è dotata del rinnovato motore benzina 4 cilindri 1.2, ora in linea con la normativa Euro 6d: ha 83 CV, 7 in meno di prima, e 107 Nm di coppia (13 in meno). Ad esso si abbina l’Integrated Starter Generator (abbreviato in ISG), un alternatore con funzione di motorino d’avviamento che supporta il 1.2 in determinate situazioni; la Ignis, di conseguenza, è sempre omologata come ibrida. L’ISG è alimentato da un nuovo pacco batterie, dalla capacità maggiorata (di 10 anziché 3 ampere), che permette al motore elettrico di intervenire in modo più efficace e ridurre i consumi di benzina, che si attestano mediamente a 5,1 litri per ogni 100 chilometri (la percorrenza è di 19,6 km/l). La Suzuki Ignis si può avere con la trazione anteriore o integrale. Il cambio è un manuale a 5 rapporti, optional l’automatico Cvt. I prezzi partono da 16.500 euro.