25 CENT IN MENO - Una delle conseguenze più importanti del conflitto attualmente in corso in Ucraina è stata certamente il caro carburante, che si è abbattuto in maniera pesante sugli automobilisti, in modo particolare per chi è abituato a spostarsi quotidianamente per motivi di lavoro, con prezzi al litro che hanno toccato anche i 2,30 euro al litro litro. Proprio per questo il governo ha deciso di intervenire con un taglio alle accise di 25 centesimi, che riguarderà sia la benzina sia il gasolio e che dovrebbe essere attivo a partire da domani (qui la news). Non tutti però sembrano essere convinti che questo sia sufficiente.
I DISTRIBUTORI CONTRARI ALLO SCONTO - I primi a muoversi in maniera decisa sono i distributori, convinti che la misura finirà per danneggiare i già loro scarsi guadagni. Se non sarà fatto qualcosa, sono pronti ad allo sciopero. La questione sono le scorte di carburante pagate con le precedenti accise più alte che, con la riduzione imposta dal Governo, potrebbero far perdere molti soldi ai gestori, i quali chiedono indennizzi per il danno: "Occorre identificare immediatamente meccanismi compensativi a favore della distribuzione di carburanti ad accisa già assolta, per evitare che il taglio di accisa danneggi il settore distributivo in misura che non è possibile in alcun modo sostenere" affermano i gestori in una nota.
È LEGALE TASSARE GLI EXTRAPROFITTI? - La loro posizione ha trovato l’appoggio di enti importanti come Confindustria e Confcommercio. La prima ha deciso di emettere una nota ufficiale a riguardo: “Esprimiamo forti perplessità e delusione, su quanto ha deciso il governo per l’indisponibilità a un taglio strutturale delle accise sui carburanti, la non immediata applicabilità della rateizzazione delle bollette e il prelievo degli extraprofitti sugli operatori, per il quale si rischiano rilievi costituzionali, tutt’altro sarebbe stato un tetto nazionale al prezzo del gas”.
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