QUATTRO TAPPE - Il 6 aprile 2011 è stata introdotta una nuova tassa sui carburanti per sovvenzionare il settore dei beni culturali e dello spettacolo. Rispetto a quanto dichiarato in precedenza, il governo ha avuto la mano più leggera: anziché di uno o due centesimi, come era stato anticipato, il ritocco è di 0,73 centesimi il litro per la benzina e il gasolio (non sono previsti aumenti per Gpl e metano), che con l’Iva diventano 0,876 centesimi di euro. Ciononostante, l’effetto sui prezzi alla pompa si è fatto sentire immediatamente, tanto che la verde tocca oggi 1,586 euro il litro (prezzo Agip per il rifornimento assistito dall’operatore). E non è finita: la maggiorazione è “spalmata” su quattro scaglioni e toccherà il picco in estate. Dall’1 luglio al 31 dicembre 2011, infatti, l’accisa salirà a 0,92 centesimi (1,104 aggiungendo l’Iva), mentre nel 2012 e 2013 scenderà quasi ai livelli attuali, attestandosi su 0,76 centesimi (0,912 considerando l’Iva) e nel 2014 si dimezzerà, diventando di 0,55 centesimi (0,66 con l’Iva).
FINANZIAMO LA GUERRA D’ETIOPIA - L’accisa, ricordiamo, è un’imposta sulla fabbricazione e la vendita di beni di consumo. Oggi ammonta a 0,571 euro il litro per la benzina verde e a 0,430 euro il litro per il gasolio, Iva esclusa: su questa imposta si paga la tassa sul valore aggiunto. Le accise che gravano sui carburanti sono il risultato di una serie di imposte istituite nel corso degli anni per finanziare interventi eccezionali, e mai eliminate: dalla guerra d’Etiopia (1935) al disastro del Vajont (1963), dall’alluvione di Firenze (1966) ai terremoti del Belice (1968), del Friuli (1976) e dell’Irpinia (1980); e ancora, la guerra del Libano (1983), la missione di pace in Bosnia Erzegovina (1996) e perfino il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri (2004).