UN TAGLIO ALLE SPESE - Leggera e maneggevole, la Tamo Racemo (si pronuncia Reis-mo) è stata scelta per mostrare le caratteristiche del neonato marchio Tamo, a cui l’indiana Tata stava lavorando per conquistare in Europa clienti più giovani di quelli che comprano di solito i suoi modelli. L’operazione avrebbe subito però un brusco stop, legato a considerazioni di natura economica: stando al magazine Autocar India, la Tata avrebbe rinunciato ad investire le somme previste nelle operazioni non essenziali in seguito ai brutti risultati dell’ultimo bilancio, che costringeranno l’azienda a studiare una politica di tagli e riduzione delle spese. Fra queste ci sarebbero anche i circa 33 milioni di euro da spendere per il nuovo marchio ed i costi legati alla partecipazione al Salone dell’automobile di Ginevra 2018 (6-18 marzo), appuntamento costoso al pari delle altre grandi esibizioni che le case costruttrici non ritengono più essenziale.
SCARSI GUADAGNI - La prima uscita in pubblico della Tamo Racemo (nelle foto) risale proprio all’edizione 2017 della rassegna svizzera, quando la Tata annunciò di voler diversificare gli investimenti e lanciare un nuovo marchio per i giovani, che avrebbe portato all’esordio tecnologie non disponibili sulle Tata (auto più essenziali e dal costo inferiore) su modelli accattivanti e dallo stile molto personale. Non a caso la Racemo è una coupé lunga appena 382 cm da guidare per divertirsi, complice la disposizione centrale del motore, la presenza di raffinate sospensioni a quadrilatero e la brillantezza promessa dal tre cilindri, che si avvale del turbo e sviluppa 190 CV nonostante la cilindrata di 1.2 litri. La Tata è il principale costruttore indiano di automobili e una vera potenza a livello industriale, con attività dalla produzione di acciaio alla chimica, ma il settore delle auto non dà i risultati sperati: solo la Jaguar Land Rover (acquisita nel 2008) è in attivo.