SI TRATTA DI VOCI, MA… - Secondo alcuni siti indiani potrebbe essere la Tata il costruttore indiano intenzionato a mettere le mani sulla Saab (altre fonti, invece, indicano il gruppo Mahindra intento nell’operazione). Queste voci hanno cominciato a circolare quando il blog Saab United, vicino alla casa svedese, ha parlato di delegati di un’importante azienda automobilistica indiana impegnati a cercare un incontro con i vertici della Saab. Si parla di una realtà orientale che produce automobili e componenti militari, con oltre 100.000 dipendenti e con attività in tutto il mondo. Identikit in cui si possono riconoscere entrambi i gruppi, Tata e Mahindra, che ovviamente smentiscono. Sembra comunque che il meeting con i manager indiani sia stato per ora rifiutato dal curatore fallimentare della Saab, ma sia caldeggiato da Victor Muller, attuale proprietario della casa svedese.
POSSIBILE RISCATTO? - Seguiamo, quindi, con interesse gli sviluppi di questa “telenovela”, che potrebbe dare speranza a tutti gli appassionati del marchio svedese. Intanto, se fosse confermato il coinvolgimento della Tata, sarebbe un bel successo per il costruttore indiano (che potrebbe così sfruttare le sinergie con i marchi Land Rover e Jaguar, di cui è proprietaria dal 2008); anche perché al momento, la Tata deve fare i conti con lo scarso successo della Nano (foto sopra). Nonostante sia l’auto più economica al mondo (l’equivalente di circa 2.000 euro), la piccola indiana sta vendendo poco. Nata nel 2008, e inizialmente destinata al mercato locale (la versione per l’Europa sembra al momento accantonata), questa citycar ha raccolto un boom di prenotazioni, ma che spesso non si sono tradotte in ordini. Così, a dispetto delle previsioni che parlavano di mezzo milione di auto all’anno, al momento si barcamena attorno alle seimila al mese. Inoltre, un recente richiamo ha interessato oltre 140.000 vetture, a cui dovrà essere sostituito il motorino di avviamento, con una spesa totale per la Tata di circa 16 milioni di euro.