NUOVA PROROGA - Migliaia di taxisti stanno sciperando in molte parti d’Italia a causa di un emendamento che verrà posto oggi al decreto milleproroghe, utilizzato dal Consiglio dei ministri per prorogare una serie di norme in scadenza. La rabbia dei taxisti è sorta dopo il rinvio a fine 2017 del termine ultimo accordato al Ministero dei Trasporti per introdurre un provvedimento sull’esercizio “abusivo dei taxi e di noleggio con conducente”, ritardo che secondo i dimostranti potrebbe favorire la concorrenza di servizi per il trasporto privato dei passeggeri (fra cui ad esempio Uber) o le società di noleggio auto con conducente (NCC). La proroga è stata decisa per dare tempo al Ministero di elaborare norme condivise e soddisfacenti per tutte le parti. Le principali manifestazioni di protesta si stanno svolgendo a Milano, Roma e Torino.
LEGGE DI 25 ANNI - I taxisti protestano contro lo slittamento delle norme a svantaggio dei conducenti non autorizzati e degli NCC, regolate da una legge emanata nel 1992. Nel primo caso la questione verte sulle regole per disciplinare il settore del trasporto pubblico locale non di linea, quello dei taxi e degli NCC, nel tentativo di circoscrivere il proliferare dei taxisti non autorizzati o affiliati a società come Uber. Il Ministero aveva promesso di voler tener conto della questione senza però dimenticare “il principio della concorrenza, della necessità di migliorare i servizi ai cittadini, dell'evoluzione tecnologica del settore e di un migliore incontro tra domanda e offerta”. I taxisti aspettano da anni provvedimenti in questa direzione, come dimostrano le lunghissime trattative per raggiungere un punto di compromesso. Uber è assente in Italia nella sua versione più economica, chiamata UberPop, nel quale chiunque può trasportare passeggeri a pagamento con la propria vettura privata.
CONTRO GLI NCC - Il secondo punto contestato dai taxisti riguarda la territorialità degli NCC, che non possono accettare prenotazioni mentre sono su strada (come i taxi) ma devo obbligatoriamente far ritorno nella rimessa e ripartire. Gli NCC, secondo il principio della territorialità, possono lavorare soltanto nell’area per cui è valida la concessione. I taxisti stanno protestando affinché venga confermato il principio della territorialità, messo in dubbio da un emendamento approvato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato, che prevede la sospensione fino al 31 dicembre 2017 delle norme in materia di trasporto persone attraverso società non di linea: oltre alla territorialità l’emendamento fa cadere anche l’obbligo del ritorno in rimessa.