VERSO LA PENSIONE - Tredici milioni di euro: a tanto ammonta “l’assegno” messo sul piatto dalla Fiat per chiudere la vertenza da cui dipende il destino dei lavoratori della fabbrica siciliana chiusa nei giorni scorsi. Altri otto milioni li verserà lo Stato. In tutto, il costo dell’operazione è di circa 21 milioni di euro, grazie ai quali sarà possibile attivare il prepensionamento di 640 addetti attualmente in cassa integrazione. Secondo fonti sindacali, nei prossimi mesi i lavoratori potranno contare, oltre che sull’indennità di mobilità, su 460 euro mensili a testa, per andare verso la pensione. In pratica, un incentivo complessivo alla mobilità medio di circa 22.850 euro, più l’indennità per il mancato preavviso e il premio fedeltà.
TUTTI D’ACCORDO - L’intesa (sottoscritta da tutti i sindacati, Fiom compresa) è stata raggiunta grazie alla mediazione del neoministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, e apre le porte al ricollocamento degli altri 1312 lavoratori presso la DR Motor, che a Termini Imerese prevede di produrre circa 10.000 auto nel 2013 per poi arrivare a 60.000 quattro anni dopo. Nella fabbrica la DR investirà circa 110 milioni di euro, godendo però di un contributo statale a fondo perduto di 27 milioni.
VIA I PICCHETTI - Fim, Fiom e Uilm hanno deciso di togliere il presidio (durava da due notti) davanti ai cancelli dello stabilimento. Gli operai di Termini Imerese avevano impedito l’uscita delle bisarche con le ultime auto prodotte: un migliaio di Lancia Ypsilon pronte per la consegna ai clienti.