NUMERI AMBIZIOSI - La presenza diretta in Europa? Per Tesla è questione di numeri, stando all'amministratore delegato Elon Musk (nella foto sopra), che dell'azienda californiana è anche fondatore. Musk è stato chiaro: l'azienda costruirà uno stabilimento in Europa non appena le vendite supereranno quota 160.000. Più immediata, per contro, l'apertura di un centro per la ricerca e lo sviluppo nel Regno Unito “o il prossimo anno, o nel 2016”. Previsto, nelle parole di Musk, anche l'ampliamento dell'impianto di assemblaggio di Tilburg, nei Paesi Bassi, preposto all'installazione delle batterie sulle Tesla importate in Europa dagli Stati Uniti.
TRE MERCATI CHIAVE - In occasione della prima consegna di una berlina
Tesla Model S (
foto qui sotto) nel Regno Unito, Musk ha aggiunto: “Spero che le vendite in Europa siano simili a quelle negli Stati Uniti”. Per adesso, le Tesla Model S “europee” sono in vantaggio su quelle vendute nella madrepatria: poco meno di 3.500 nei primi quattro mesi, contro 2.050. Invero lontani dalle cifre-monstre sopra sciorinate, anche se un simile risultato, per un'ammiraglia a propulsione elettrica da 100 mila euro, nel 2014 non può che essere positivo. Per ora, la Model S è l'unica Tesla sul mercato: la suv Model X debutterà negli Stati Uniti nella seconda metà del 2015, e sarà commercializzata in Europa entro la fine del prossimo anno. Più avanti è prevista un'auto più economica con carrozzeria berlina. E la questione cinese? Per Musk, “avrà senso” prevedere uno stabilimento quando le vendite globali oltrepasseranno quota 500.000 unità: in quel caso, è probabile che “il volume di vendita sia equiripartito tra Stati Uniti, Europa e Cina”. In Cina, comunque, la Tesla è fortemente intenzionata a costruire uno stabilimento “entro i prossimi tre o quattro anni” per evitare i dazi d'importazione pari al 25%.
CONOSCENZA APERTA - Ancor più rivoluzionario, in prospettiva, è l'approccio di Musk al problema della conoscenza in senso lato: per sua bocca, Tesla ha deciso di rendere i propri brevetti sulle vetture elettriche aperti anche alla concorrenza: "non faremo causa a nessuno che in buona fede voglia usare la nostra tecnologia" ha detto. Di fatto, punta su un sistema simile all'open source per il software: lo stesso che ha prodotto, giocoforza semplificando non poco, il fenomeno-Linux per quanto riguarda i server. Solo il tempo potrà dimostrare se la svolta in tema copyleft di Tesla, a fronte del consueto copyright, si rivelerà vincente per quanto concerne tanto la diffusione dell'elettrico quanto, ovviamente, il successo della stessa azienda.