SOGNO MOSTRUOSAMENTE PROIBITO - Per ora si può solo (pre)ordinare uno dei cinquanta esemplari di Nemesis RR (nei disegni di questa pagina) o una delle nove Nemesis RR Black Ops: il sito web della Trion è chiaro, e non resta che aspettare gennaio 2016 per vedere partire la costruzione di questa esclusiva hypercar. Dunque qualcosa in più di una supercar, roba da dovere spostare verso l'alto il concetto stesso di auto da sogno. Un sogno mostruosamente proibito? Più o meno, ma già da ora con un paio di linee guida già definite: la costruzione tutta statunitense e 2000 CV, l'uno sull'altro.
POTENZA MOSTRUOSA - Questa è la potenza che la piccola azienda a stelle e strisce è intenzionata a spremere da un 9.0 V8 (non ci si poteva aspettare un frazionamento differente da un'americana DOC): cilindrata da macchina agricola e potenza tale da fare impallidire i 1.341 CV della Koenigsegg One:1 (1:1 come il rapporto peso/potenza, perché i kg sono anch'essi 1.341) e i 1.200 della Bugatti Veyron Supersport.
UN PO' DELLA P1 - I numeri promessi dalla Nemesis sono da palati forti: 270 miglia orarie di punta massima (432 km/h) e lo “zero a cento” bruciato in 2”8. L'ossatura della Nemesis è una monoscocca in fibra di carbono, con sospensioni di tipo push-rod come sulle monoposto; l'aerodinamica è di tipo attivo (con le forme che, specie in coda, richiamano quelle della McLaren P1), mentre le ruote motrici sono quattro e la trasmissione è affidata a un cambio automatico a 8 marce. L'impianto frenante, infine, si affida a enormi dischi carboceramici con pinze a sei pistoncini per l'asse anteriore e quattro per quello posteriore.
CAMBIA PELLE CON UN PULSANTE - Un milione di dollari è il listino delle Nemesis RR: dispongono anche di quella che il produttore chiama “Predator Mode”, vale a dire una modalità di guida che abbassa l'assetto, irrigidisce le sospensioni, rende più cupo il rumore degli scarichi e sposta in alto la soglia d'intervento del limitatore. Oltre a cambiare l'illuminazione interna: perché 2.000 CV possono anche essere qualcosa di terribilmente serio, ma un certo sapore di videogioco devono giocoforza averlo. Per ora è ancora tutto sulla carta: aspettiamo il primo prototipo marciante per verificare se tali ambizioni si trasformeranno in realtà.