UBER NON CI STA - Come annunciato (vedi news
qui), Uber si oppone al blocco di
UberPop, il “servizio di taxi” con autisti privati inibito il 26 maggio scorso dal tribunale di Milano (con una sentenza valida anche per il resto d’Italia). La multinazionale americana (con al suo fianco Altroconsumo) basa il ricorso su un recente parere dell'Authority dei trasporti, che ha chiesto al governo nuove regole per definire la questione: vedi news
qui.
ALTROCONSUMO ATTACCA - Il Tribunale aveva stoppato UberPop, parlando di concorrenza sleale e violazione della disciplina amministrativa che regola il settore. A far data dalla sentenza, Uber aveva due settimane di tempo per adeguarsi (la scadenza è domani), pena una multa di 20.000 euro al giorno. Ora Uber chiede la sospensione del blocco, mentre Altroconsumo attacca: “L’ordinanza è contraria agli interessi dei consumatori poiché interpreta in maniera stringente, conservativa e protezionistica la norma attualmente in vigore, obsoleta in relazione al servizio di trasporto privato offerto da UberPop. È evidente che il servizio non possa essere considerato un normale servizio di taxi, perché l'offerta è diversa e non direttamente sovrapponibile a quella esistente: di fatto, a prezzi competitivi, UberPop raccoglie bacini di utenza differenti e dunque impedirne l'esercizio è contrario agli interessi dei consumatori, nonché allo sviluppo efficiente e innovativo del mercato”.