UNA DI 13 - Brutte notizie per i privati che hanno aderito a UberPop (il servizio che affianca Uber, l’app di noleggio con conducente che consente di prenotare una berlina con autista in veste di “taxi personale”), trasformandosi di fatto in tassisti con le proprie vetture: come riporta il Corriere della Sera, la prefettura di Milano ha disposto la prima confisca (delle 13 attualmente pendenti) di una vettura. Il motivo? Violazione dell’articolo 86 del codice della strada. Il “problema UberPop” era esploso la scorsa primavera, quando, dopo proteste e scioperi dei tassisti, il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi era intervenuto, definendo “fuorilegge” questo servizio (su Uber, invece, non si è mai espresso del tutto chiaramente). La disposizione verrà notificata a giorni al titolare della Mazda 6 fermata dalla “Freccia 1” del reparto Radiomobile della polizia locale, l’unità adibita ai controlli sui taxi e sui servizi Ncc (noleggio con conducente).
SECONDO ROUND - Tuttavia, la vicenda non è chiusa: il titolare potrà ricorrere al giudice di pace per evitare sia la confisca sia la multa (3.400 euro). Non solo: non è escluso che la prossima riforma del codice della strada includa anche UberPop nella più ampia “figura giuridica” del car pooling, di fatto regolarizzandolo. In parallelo, però, qualche ombra aleggia anche sulla flotta Uber: in base all’articolo 85 del codice della strada, problemi in vista per i suoi operatori “pescati” a violare le norme del servizio (come quelle relative allo stazionamento tra una corsa e l’altra, ammesso per il Ncc solo in autorimessa invece che sulla strada, o come l’uso di un tassametro, riservato ai taxi). Dal 1° gennaio al 30 ottobre 2014 si sono contati 52 sequestri di taxi abusivi e 112 ritiri di carte di circolazione: 59 per Ncc che non ottemperavano alle condizioni dell’autorizzazione; 37 (Uber) per violazione delle norme in vigore; 16 per veicoli immatricolati per uso personale, ma poi impegnati in servizio di Ncc.