QUOTAZIONE RECORD - I più facoltosi collezionisti di auto storiche al mondo sono andati in "fibrillazione" alla notizia che un esemplare della Ferrari 250 GTO sarebbe finito in vendita. Pochi altri modelli godono infatti del prestigio della 250 GTO, una coupé da strada e da pista costruita in 39 unità fra il 1962 e il 1964 in grado di raggiungere valutazioni astronomiche ad ogni cambio di proprietario: nel 2012 un esemplare fu venduto a 32 milioni di dollari, nel 2013 a 52 milioni. Nel caso dell'ultimo esemplare la valutazione ha raggiunto i 70 milioni di dollari (60 milioni di euro), standoa varie fonti, che hanno individuato il compratore nell'uomo d'affari statunitense David MacNeil, numero uno della società che produce accessori per auto WeatherTech.
STORIA DI CORSE - La notizia ha fatto scalpore perché mai prima d'ora un'automobile era stata venduta per una cifra così elevata, visto che il precedente record erano proprio i 52 milioni della 250 GTO venduta nel 2013. L'esemplare in questione risale al 1963 e deve la sua valutazione non soltanto alla inusuale vernice grigia con dettagli gialli, una rarità per la 250 GTO (quasi sempre rossa), ma alla sua lunga storia di gare in pista: nel 1963 finì al quarto posto la 24 Ore di Le Mans, nel 1964 vinse il prestigioso Tour de France e fra il 1964 e il 1965 prese il via a 14 gare. Le prime due scuderie a mandarla in pista furono le Ecurie Francorchamps e Equipe National Belge, entrambe belghe, a cui si deve il colore giallo per le strisce sulla carrozzeria: il giallo era proprio il colore nazionale dei team basati in Belgio, al pari del rosso per l'Italia e del verde per il Regno Unito.
LINEA INCONFONDIBILE - La Ferrari 250 GTO fu acquistata negli Anni 80 dal francese Henri Chambon e poi venduta 17 anni dopo svizzero Nicolaus Springer. Venne restaurata negli Anni 90 dallo specialista DK Engineering, che in seguito ne avrebbe parlato come di uno fra gli esemplari migliori in termini di storia e originalità. La 250 GTO ha una linea inconfondibile, grazie al lungo cofano anteriore, agli archi passaruota avvolgenti e alla coda raccolta, ma il suo blasone deriva dal fatto che è stata un modello da corsa in grado di ottenere prestigiose vittorie in tutta Europa. Il suo motore è un V12 3.0 da 300 CV. La carrozzeria è stata messa a punto da Sergio Scaglietti con la supervisione di Giotto Bizzarrini, a capo del progetto.