PROTESTE DIFFUSE - Si diffondono e crescono le proteste dei taxisti contro Uber Pop, il servizio di mobilità in auto prestato da automobilisti non taxisti che mettono a disposizione la propria auto e entrano in contatto con chi ha bisogno di spostarsi (cioè il cliente) attraverso il web. Nei mesi scorsi la città dove ci sono state le principali proteste era stata Milano; l’altro giorno e ieri forti manifestazioni di taxisti si sono svolte a Torino e a Genova.
RICORSO ACCOLTO - Da Genova è anche venuto uno sviluppo a proposito della normativa con cui si rapporta tutta la vicenda. I taxisti genovesi sono scesi in piazza dopo che il giudice di pace aveva accolto il ricorso di uno degli autisti di Uber che i vigili urbani avevano multato per esercizio abusivo della professione di taxista. Ma un intervento della Prefettura poi ha fatto evolvere diversamente la questione.
ARTICOLI DEL CODICE - A manifestazioni dei taxisti in corso, il Prefetto del capoluogo genovese ha infatti fornito un'interpretazione della sentenza che ha calmato le acque. Il testo della sentenza non è noto, ma secondo la Prefettura il ricorso è stato accolto perché la multa era stata elevata per violazione dell’articolo 86 del Codice della Strada (esercizio abusivo dell’attività di taxi) mentre nel caso di Uber Pop la norma che verrebbe infranta - secondo la Prefettura - è quella dell’articolo 85 (noleggio con conducente).
LE SPIEGAZIONI DEL PREFETTO - La Prefettura in pratica sostiene che l’autista di Uber non agisce come un taxista, ma in pratica condivide la sua auto per uno spostamento comune in seguito a un contatto nell’ambito di un “social network”. Questa modalità di funzionamento di Uber Pop differisce da quella di Uber così come è stato conosciuto, con il quale il contatto tra chi ha bisogno di spostarsi e l’autista avviene in tempo reale attraverso una app.
SOFISMI GIURIDICI - Dunque l’interpretazione del Prefetto di Genova si basa su considerazioni tecniche relative al momento del contatto per la richiesta del servizio, considerazioni che ci vuole poco a considerare sofismi visto che il dato concreto è costituito da una persona che vuole muoversi in auto e un’altra che si mette a disposizione dietro il pagamento di una somma.
NON SOLO IN ITALIA - Val la pena ricordare che la polemica e gli scontri non sono solo italiani, anzi… Uber è nel mirino un po’ in tutto il mondo, da New York alla Corea. E sono parecchi gli Stati (tra cui Francia, Spagna, Germania…) che hanno già legiferato dichiarandolo fuori legge.