SAINZ BATTUTO - "Da principe a re", affermano i media locali commentando la vittoria di Al-Attiyah (nella foto in alto durante i festeggiamenti). Dopo essere entrato al suono del clackson della sua Volkswagen Touareg all'autodromo di Baradero, vicino alla città di Buenos Aires. Non è impresa da poco per un uomo ricco, anzi, ricchissimo, come lui, capace di battere un pezzo da novanta come lo spagnolo Carlos Sainz, grande rivale in casa Volkswagen. Al-Attiyah non ha nascosto la sua emozione ed ha voluto dedicare la vittoria "al mio popolo ed al mio paese”.
VOLKSWAGEN E KTM - Felice e commosso anche Coma (foto qui sopra), autore di un 'tris', in quanto vincitore già nel 2006 e nel 2009, anno nel quale la Dakar ha lasciato l'Africa per spostarsi tra le montagne ed i deserti cileni e argentini. "Quest'anno la gara è stata veramente dura, è stata una Dakar particolarmente impegnativa", il suo commento. Alle spalle del principe del Qatar è finito il francese Giliel De Villers, al terzo posto lo spagnolo Carlos Sainz, vincitore della Dakar l'anno scorso e primo nella 13° ed ultima tappa, di 181 chilometri. I piloti che hanno monopolizzato il podio sono tutti della Volkswagen, che ha così confermato la propria leadership, con 12 vittorie di tappa su 13. Sul fronte delle moto, dopo Coma si è piazzato il francese Cyril Despres, anch'egli con una Ktm.
UNA GARA DURA E CRITICATA - Così come nelle precedenti due edizioni, anche quest'anno la gara Argentina-Cile-Argentina è stato un successo di pubblico e di "business". Non sono però mancate le critiche sul fronte della sicurezza, in particolare per la morte, due giorni fa, di un agricoltore argentino, investito mentre guidava la sua vettura dalla macchina di uno dei concorrenti, il connazionale Eduardo Amor.