DUE FONDI - Secondo una fonte vicina alla vicenda (che preferisce rimanere anonima, come riportato dall'agenzia Bloomberg) la Volkswagen starebbe proponendo alle autorità americane di istituire due fondi a compensazione dai danni ambientali provocati dal cosiddetto Dieselgate. Com'è noto alcuni modelli di gruppo Volkswagen montavano un software illegale in grado di abbattere le emissioni di ossidi di azoto (NOx) solo durante i test di laboratorio. Il primo fondo dovrebbe essere amministrato dall’Environmental Protection Agency (EPA, ente del governo statunitense per la protezione dell’ambiente) per promuovere trasporti “puliti” negli Stati Uniti. L’altro fondo, invece, sarà gestito dal governo California per incentivare l’adozione e l’uso di veicoli a emissioni zero, all’interno dello stesso stato. A quanto pare, al momento i negoziati sono in corso. L’accordo potrebbe aiutare a risolvere la causa civile intentata dal Dipartimento di Giustizia americano contro la casa automobilistica tedesca.
CONTO ALLA ROVESCIA - La Volkswagen ha tempo fino al 24 marzo per presentare, alla Corte, una soluzione per il danno ambientale creato da quelle 600.000 vetture vendute negli Usa dopo la falsificazione dei test sulle emissioni. All’inizio del gennaio scorso, il Dipartimento di Giustizia aveva citato Volkswagen per la violazione del “Clean Air Act”, la legge per il controllo dell’inquinamento. Da quel momento, per il costruttore tedesco è iniziato il conto alla rovescia per trovare una soluzione tecnica sostenibile, cosa che la Volkswagen ha fatto in Europa, ma non ancora negli Usa. Considerando che, se così non fosse, le sanzioni potrebbero arrivare fino a 46 miliardi di dollari, secondo gli analisti interpellati da Bloomberg.