SI INIZIA CON TETRA - La seconda serie della Volkswagen Passat, presentata nel 1981, stava riscuotendo consensi crescenti grazie a un linea riuscita e a una gamma articolata di motori, allestimenti e carrozzerie. Una varietà che i responsabili di Wolfsburg intendevano ampliare con l’introduzione di una versione a trazione integrale, la prima su un modello Volkswagen. Forti del successo commerciale e tecnico ottenuto con l’Audi 80 Quattro e della vittoria nel mondiale costruttori rally dell’Audi Quattro, i tecnici tedeschi crearono nel 1983 un prototipo denominato Tetra per verificare la fattibilità del progetto e le reazioni di stampa e pubblico. La concept car suscitò grande interesse, tanto da indurre la dirigenza a introdurre il modello 4x4 sulla versione familiare già nel 1984. Nasceva così la prima Volkswagen Passat Variant Syncro (nella foto sopra).
LA SYNCRO PERMANENTE - La nuova proposta ottenne immediato consenso tra coloro che erano alla ricerca di una vettura spaziosa, con prestazioni elevate e sicura da guidare sui terreni con fondo scivoloso, come neve e sterrato. La prima versione della Volkswagen Passat Variant Syncro era dotata dell’allestimento sportivo GT e del motore top di gamma, il 5 cilindri da 2 litri da 115 CV. Montato in posizione longitudinale, trasmetteva la trazione alla quattro ruote tramite un sistema di trazione integrale permanente con differenziale centrale con ripartizione della coppia 50:50. Per affrontare le situazioni più difficili era possibile bloccare manualmente il differenziale centrale e quello posteriore. Nel corso degli anni furono introdotte nuove versioni con allestimenti differenti e con unità da 90 e 120 CV.
IL GIUNTO VISCOSO DELLA “B3” - Al Salone di Ginevra del 1988 l’attrazione allo stand Volkswagen era la terza generazione della Passat, la B3. Un modello più grande, aerodinamico e con meccanica rinnovata. Novità di rilievo si nascondevano pure sotto la carrozzeria della Syncro, equipaggiata con nuovi motori montati trasversalmente che consentirono di sostituire il collegamento rigido con il giunto viscoso. Di fatto il differenziale centrale fu sostituito da un cilindro riempito di olio siliconico che permetteva di trasferire la potenza alle ruote posteriori senza bisogno di una connessione rigida tra albero di trasmissione e cambio. I vantaggi offerti dalla nuova tecnologia erano numerosi: riduzione dei consumi poiché l’asse posteriore è azionato soltanto in caso di necessità e compatibilità con il sistema antibloccaggio delle ruote, l’ABS, che incrementa ulteriormente la sicurezza attiva della Passat Syncro. Il sistema 4x4 era proposto come optional sulla versione con motore da 115 CV ed era di serie sulla top di gamma, la G60 equipaggiata con unità con compressore volumetrico G-Lader capace di sviluppare 160 CV di potenza.
LA 4MOTION CON IL TORSEN - La quarta serie della Volkswagen Passat del 1994 non presenta evoluzioni di rilievo, mentre novità importanti arrivano con la “B5” del 1996 (nella foto qui sopra), la quinta generazione delle media di Wolfsburg. A cambiare è l’estetica e la qualità complessiva, con livelli di finiture e l’impiego di materiali elevati per la categoria. Le linee diventano più tondeggianti e aerodinamiche e sotto il cofano debuttano tecnologie innovative, quali il cambio automatico Triptronic e le nuove unità a gasolio destinate avere grande consenso. La rivoluzione riguarda pure il sistema a trazione integrale che prende il nome di 4Motion e segna il debutto del differenziale centrale Torsen di tipo meccanico. Un sistema che varia la normale ripartizione della coppia tra i due assi del 50:50 fino a un rapporto di 75:25 a favore dell’asse che ruota più lentamente. Possibile pure bloccare il differenziale posteriore con disinserimento automatico superati i 25 km/h. Con la “B5” la trazione integrale debutta su alcune versioni con motore a gasolio come opzione, mentre è di serie su due varianti di alto di gamma, la Passat 2.8 V6 da 193 CV e la 4.0 W8 da 275 CV mossa da un poderoso 8 cilindri.
ARRIVA IL CONTROLLO ELETTRONICO - L’evoluzione della trazione 4Motion sulla sesta generazione della Volkswagen Passat (presentata nel 2005 e ristilizzata nel 2012, foto qui sopra) è pensata per garantire la massima sicurezza e ridurre al minimo i consumi. Obiettivi raggiunti sostituendo il Torsen con una frizione multidisco a bagno d’olio con funzione similare a un giunto viscoso, ma con il controllo elettronico a rendere più rapido il trasferimento di coppia e ad incrementarne i valori. Di fatto, il nuovo sistema consente di trasferire in una frazione di secondo fino 100% della trazione dall’asse anteriore a quello posteriore, comprese tutte le percentuali intermedie. Un soluzione efficace perfezionata nelle serie successive della Passat arrivando nell’attuale modello (presentato nel 2014) che adotta la quinta generazione del sistema. Un’evoluzione dove la frizione multidisco funge da differenziale longitudinale e il sistema elettronico EDS opera come differenziale trasversale su tutte e quattro le ruote evitando lo slittamento del singolo pneumatico. Nella variante più avanzata, quella prevista sulla Passat Alltrack, è presente pure l’estensione XDS+ per entrambi gli assi che frena le ruote interne e ottimizza il comportamento dello sterzo nel curve percorse ad alta velocità. L’esito sono maggiore agilità e aderenza e una superiore velocità di percorrenza.