DUE NEL 2017 - Manca poco al 16 novembre quando, al Salone di Los Angeles sarà presentata l'Alfa Romeo Stelvio, prima Suv della casa italiana (qui sopra una nostra interpretazione). Si tratta di una concorrente di Audi Q5, BMW X3, Porsche Macan e Jaguar F-Pace, lunga poco meno di 470 cm, che condivide gran parte delle componenti con la Giulia, compresa la versione Quadrifoglio da 510 CV. Dopo questa tappa fondamentale, che si chiuderà entro i primi mesi del 2017 con la commercializzazione della Stelvio, entrerà nel vivo lo sviluppo di una terza vettura. Stando a quanto riportato dal sito Autocar, che ha intervistato il responsabile dell'Alfa Romeo, Reid Bigland, il prossimo modello (dopo alla Giulia station wagon attesa al Salone di Ginevra del 2017) dovrebbe essere un'altra Suv prevista entro fine 2018. Un'auto di dimensioni maggiori della Stelvio, già inserita nel piano quinquennale annunciato nel 2014, la cui attuazione ora è spostata al 2020 a causa di vari ritardi.
UNA "SUVONA" NEL 2018 - Ma perché realizzare prima una Suv di grandi dimensioni, concorrente di BMW X5 e Porsche Cayenne, invece di una classica berlina concorrente della BMW Serie 5 per riprendere idealmente l'eredità dell'Alfetta? È lo stesso Bigland a spiegarlo: “dieci anni fa avrei detto che avremmo avuto bisogno di una berlina per sfidare in modo credibile i tedeschi, ma ora l'esplosione delle vendite delle Suv ha cambiato le cose. Non dico che non faremo la berlina, ma potrebbe non essere la prossima della lista”. Una Suv di grandi dimensioni significa, di norma, anche buoni margini di guadagno, preziosi nello sviluppo della futura Alfetta e del resto della gamma. In soldoni, fare utili con le Suv per finanziare il resto dei prodotti. Quindi il futuro dell'Alfetta potrebbe dipendere dal successo delle Suv non solo sul mercato europeo, ma sopratutto su quelli americano e cinese, dove il potenziale è davvero enorme. Come ossatura per questo nuovo modello potrebbe essere utilizzata o quella della Stelvio, opportunamente adattata, o addirittura quella della Maserati Levante.
L'EREDE DELLA GIULIETTA - L'altro argomento “caldo” è quello dell'erede dell'Alfa Romeo Giulietta alla quale, stando alle ultime indiscrezioni, pare sia stata data luce verde. Si tratta di un tipo di auto molto apprezzato dal pubblico in Europa, Cina e Usa, la cui popolarità è destinata a crescere e la casa italiana non vuole perdere questa occasione. Il problema da risolvere ora è di natura tecnica: quale piattaforma utilizzare? Evolvere quella attuale a trazione anteriore (che risale al 2010) oppure adattare quella della Giulia a trazione posteriore, la cosiddetta Giorgio? A questo proposito Reid Bigland ha detto ad Autocar: “La piattaforma Giorgio ha grandi potenzialità, ma quante auto a trazione posteriore ci sono in questo segmento? È una razza morente. Ci distinguerebbe, ma dobbiamo guardare approfonditamente a cosa chiede il mercato”. A quanto pare i costi per adattare la Giorgio sarebbero molto alti, ma in Alfa Romeo c'è una forte spinta in questa direzione per realizzare un'auto dalle grandi doti dinamiche e giustificare prezzi più alti. Una decisione in merito verrà presa entro i prossimi 12 mesi, quindi l'erede della Giulietta non vedrà la luce prima di 3 anni.
LA COUPÉ NEL 2020 - Ma l'Alfa Romeo è anche consapevole che, se le Suv sono molto richieste e si vendono bene, una marca che nel suo Dna ha la sportività non può non avere in gamma un modello sportivo. Ed è per questo che starebbe lavorando ad una coupé (con relativa variante spider), basata sulla piattaforma della Giulia e con un design di grande impatto, che dovrebbe vedere la luce nel 2020. Per quel che riguarda la MiTo, invece, sembra che per ora si continuerà a migliorare quella attuale finché si riterrà… attuale. Di una sua erede, per ora, ancora non si parla.