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Dalla Inifiniti un programma per i giovani ingegneri

29 agosto 2016

La finale europea della Infiniti Engineering Academy è stata vinta dal bresciano Riccardo Manfredini, che ora può spendere 12 mesi fra la Renault e la Infiniti.

Dalla Inifiniti un programma per i giovani ingegneri

PREMIO AMBITO - Il team Renault auspica di vincere il campionato Formula 1 entro cinque anni, rispettando così una tempistica indicata al momento del ritorno nella categoria (avvenuto nel 2016) e diventata una sorta di consuetudine: la Mercedes ha impiegato cinque stagioni prima di essere la macchina da vittorie che oggi conosciamo, la Red Bull si è aggiudicata il primo alloro dopo cinque tentativi e proprio la Renault ha già visto esaudire il desiderio, nel corso della sua penultima esperienza in Formula 1, vincendo il titolo quattro anni dopo aver rilevato la scuderia Benetton. Nel 2020 potrebbero far parte del team alcuni ingegneri passati attraverso la Infiniti Engineering Academy, giunta quest’anno alla terza edizione, che permette a giovani studenti di trascorrere sei mesi all’interno del centro tecnico europeo della Infiniti (costruttore facente parte del gruppo Renault Nissan) a Cranfield e altrettanti nel quartier generale della Renault F1, a Enstone, dove si lavora sulle monoposto che Jolyon Palmer e Kevin Magnussen portano in gara.

COMPETIZIONE SERRATA - Il programma è attivo in sette aree geografiche del mondo ed è aperto a studenti impegnati in vari ambiti dell’ingegneria: i partecipanti alla finale europea (nella foto sopra), a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi, studiano ad esempio ingegneria motoristica o aerodinamica, ma anche aerospaziale e fluidodinamica. Il vincitore guadagna inoltre la promessa di assunzione, subito dopo il tirocinio o una volta concluso il percorso di studi. L’edizione 2016 della Infiniti Engineering Academy è stata vinta da un 24enne di Brescia, Riccardo Manfredini (qui sotto), che si è aggiudicato la competizione battendo altri nove finalisti: i dieci hanno partecipato alla finale dopo aver superato due selezioni, una in base al percorso di studi e un’altra svolta a voce. La finale europea si è svolta a Enstone (Inghilterra), dove ha sede il reparto tecnico della scuderia Renault F1, e consisteva di sei prove: una scritta di teoria, un colloquio con i giudici, la progettazione di un rudimentale modellino ibrido, la richiesta di pensare a come impostare uno stabilimento, una sessione “pubblica” di domande e un giro di pista sopra una Infiniti Q30, guidata senza troppi riguardi da Magnussen.

GIUDICI D’ECCEZIONE - Le ultime due prove sono state quelle più inusuali, perché orientare a valutare capacità non di natura tecnica. La sessione di domande, che ci ha visti direttamente coinvolti, ha permesso ai giudici di valutare l’eloquio (in inglese) dei candidati di fronte a domande poste da veri giornalisti, in previsione di un futuro impegno davanti alle telecamere. Il test in compagnia di Magnussen è servito invece per valutare la lucidità dei candidati sotto stress: dovevano rispondere a interrogativi di natura tecnica o cultura generale sulla Formula 1. La prova più affascinante è stata quella di costruire una piccola automobile ibrida, con la quale completare un breve percorso, utilizzando solo componenti molto semplici e basilari: batterie di tipo AA, listelli di balsa e un piccolo pannello solare. I giudici della competizione erano Tommaso Volpe, Bob Bell e Charlie Martin, rispettivamente a capo della sezione motorsport della Infiniti, responsabile tecnico della Renault Sport e ingegnere della Renault F1 a capo della sezione materiali compositi.



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