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74a Conferenza del traffico: gli scenari futuri

Pubblicato 27 novembre 2019

Aci e Cnr gettano uno sguardo sulla mobilità e sull'attuale parco circolante, per delineare come si evolveranno in futuro.

74a Conferenza del traffico: gli scenari futuri

L’11% IN PIÙ - In assenza di incentivi e altre iniziative mirate, l’Italia non sarà in grado di rispettare gli obiettivi che si è prefissata in termini di contenimento delle emissioni di gas serra nel comparto automobilistico: i gas serra generati da tutte le auto in circolazione dovrebbero raggiungere la quota stimata di 49 milioni di tonnellate nel 2030, ma secondo uno studio l’Italia non andrà al di sotto delle 54,5 milioni di tonnellate. A dirlo è una ricerca presentata dall’Automobile Club d’Italia e condotta dal suo centro studi insieme al Consiglio Nazionale delle Ricerche e all’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie. 

RINNOVARE IL PARCO CIRCOLANTE - Dall’indagine emerge inoltre che l’Italia continua ad avere un parco di auto circolanti dall’elevata età media: il 35% delle auto sono precedenti alla classe anti-inquinamento Euro 4, obbligatoria dal 1 gennaio 2006, mentre il 60% dei mezzi pubblici rientra ancora nella classe Euro 3 (dal 1 gennaio 2001). La situazione è ancora più grave nelle regioni italiane meno abbienti, dove solo 1 veicolo su 10 è omologato Euro 6, la classe anti-inquinamento oggi in vigore. Questo significa milioni di veicoli sprovvisti dei più moderni sistemi per l’abbattimento delle emissioni, ma anche privi delle ultime dotazioni in fatto di sicurezza, tanto è vero che un veicolo di recente immatricolazione ha quasi il 50% di probabilità in meno di essere coinvolto in un incidente stradale grave. 

EMISSIONI NON SOLO SU STRADA - Lo studio invita a considerare le emissioni non soltanto nell’utilizzo su strada, ma in tutte le fasi del ciclo di vita dell’auto, quindi dalla produzione passando per la distribuzione, il trasporto, l’uso, la dismissione e il riuso di alcune sue parti. Questo perché le auto elettriche partono svantaggiate nella produzione, che genera l’82% di anidride carbonica in più di quelle con motore a pistoni, ma recuperano una volta su strada e raggiungono il punto di pareggio dopo circa 45.000 chilometri.  Dopo 150.000 chilometri, secondo lo studio, le emissioni di CO2 sono inferiori di almeno il 20% rispetto ad una vettura con motore termico. 

IL TEMA DEL FISCO - Lo studio rivela inoltre che le auto con motore a pistoni continueranno ad essere la grande maggioranza nel 2030, quando Aci, Cnr e Enea stima che saranno l’82% di quelle circolanti, a fronte del 10% di ibride e dell’8% di elettriche. Questa stima è senz’altro gradita al fisco, che deve ancora prepararsi all’eventualità di registrare minori incassi dalle accise sui carburanti con la diminuzione delle vendite di auto con motore termico: nel 2018 le accise hanno fruttato 18,474 miliardi di euro.



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Ritratto di otttoz
27 novembre 2019 - 13:02
mi chiedo a cosa servano queste conferenze se non a far girare soldi per qualcuno giacchè da anni si vede il degrado di strade,ponti,aumentano solo multavelox e fioccano multe,automobilisti considerati bancomat,listini elevati,amministratori straricchi:è la foto del declino e il crescere dell'arroganza...
Ritratto di Mbutu
27 novembre 2019 - 16:22
Mobilità del futuro che va completamente rivista. Non è possibile che in un paese ci siano più veicoli che patenti. Prima di tutto i mezzi pubblici, sia in città che per le lunghe tratte. E nei grandi centri urbani bisogna spingere su mobilità condivisa e micromobilità.
Ritratto di Andre_a
28 novembre 2019 - 10:23
hai ragione, Mbutu. E molti non si rendono conto che dando un'alternativa a chi usa l'auto per necessitá e non per passione, aiuteremmo anche i secondi. Meno auto in giro vuol dire ovviamente meno traffico, ma anche una minor necessitá del legislatore di accanirsi su quei pochi che l'auto continuerebbero a usarla.
Ritratto di Mbutu
28 novembre 2019 - 19:45
Andre_a, hai usato il termine corretto: "non si rendono conto". Guarda anche l'altro articolo sugli usi dell'auto. Il 76,5% la prende per farci meno di 10 chilometri al giorno. Il dramma è che il problema non sta solo nelle carenze infrastrutturali (mezzi, ciclabili, regolamentazione per la micromobilità); il problema è anche nelle nostre teste. Su questo sito ho letto che "il monopattino è da omossessuale". Soprassedendo sul fatto che nel 2020 fare certe considerazioni è da troglodita, vuol dire che c'è gente che è disposta a metterci 40 minuti per fare 3 chilometri e trovare un parcheggio per pura apparenza. Stesso discorso per il car sharing, quante volte ho sentito dire "non sono povero, la macchina la voglio di proprietà".
Ritratto di Andre_a
29 novembre 2019 - 00:05
Non so darti un motivo oggettivo, ma il car sharing non lo farei mai: chissà chi ci si è seduto prima di me, come guidava, chi fa manutenzione all’auto... neanche per sogno! D’altra parte, per uno spostamento di 10km o meno, di sicuro prendo la bici.
Ritratto di v8sound
27 novembre 2019 - 17:09
Lodevole che lo studio inviti a considerare le emissioni non soltanto nell’utilizzo su strada, ma in tutte le fasi del ciclo, con buona pace degli elettro fan-boy che scoprirebbero, allo stato dell'arte, come un'ibrida generalmente sia più pulita ed ecosostenibile rispetto a molte elettriche tanto decantate. Poi molto dipenderà dall'evoluzione delle rinnovabili, delle batterie e dei motori termici. Mi pare poco realistico solo il 10% di ibride nel 2030, verosimile 8% delle elettriche. In ogni caso, tralasciando le stime in sè, è curioso notare come da qualche mese vari studi abbiano ridimensionato i numeri relativi all'elettrico.
Ritratto di Andre_a
28 novembre 2019 - 10:15
lo stesso studio peró dice anche che le elettriche, pur inquinando di piú in fase di produzione, recuperano dopo soli 45.000 km
Ritratto di v8sound
28 novembre 2019 - 11:02
Si ma non specifica rispetto a cosa. Riprendendo studi analoghi, vedi quello del PoliMi pubblicato a AV circa due settimane fà, si evince che quel "recupero" può esserci nei confronti di una benzina o diesel, ma non rispetto a un'ibrida, che allo stato dell'arte è la miglior tecnologia in termini di ecosostenibilità. Poi, ripeto, questo vale oggi, in futuro dipenderà dai fattori elencati nel mio post precedente.