DALLA CASA MADRE - Dopo qualche decennio di oblio, non si può dire che la Fiat non abbia iniziato una grande opera di recupero del marchio
Abarth: l’ultima iniziativa è il progetto
Abarth Classiche, destinato a raccogliere l’intera storia dello Scorpione. Il primo passo è la presentazione del punto di restauro (che non è improprio definire atelier) presso le Officine Abarth di Mirafiori, a Torino: in pratica, un servizio certificato dalla casa di ricostruzione delle Abarth storiche. Il vantaggio, a fronte di costi verosimilmente “da amatori”, è l’accuratezza derivante dalla documentazione di prima mano: la tematica è quella della conformità rispetto all’originale, anche grazie al supporto di ASI e FIVA. Il passo successivo, a dire il vero inevitabile, è quello della creazione di un Registro Abarth, per fare confluire a raduni e a corse per auto storiche, i possessori di Abarth. Stavolta il partner è l’ACI che, attraverso ASI Storico, organizzerà gli eventi: impossibile notare una certa lungimiranza da parte della FCA, che tra i due litiganti storici (ASI e ACI) ha scelto entrambe. La produzione va dal 1949 al 1971, anno in cui l’azienda del geniale austriaco - che pure iniziò a Torino la propria attività - divenne proprietà della Fiat. Da non sottovalutare, infine, l’opera del Registro Fiat Italiano, che ha realizzato a firma Sergio Seccatore una vera e propria Bibbia del marchio: “Abarth: la favola dello Scorpione”, articolata in tre volumi.