SPLENDIDA QUARANTENNE - La storia dell’automobile è così lunga che è ormai difficile rendere conto di tutti gli anniversari di fatti, uomini e modelli di rilievo. Alcune celebrazioni però si impongono, magari per varie ragioni. È il caso della
Alfa Romeo Alfetta GT e
GTV che venne presentata nel 1974, come declinazione coupé della Alfa Romeo Alfetta berlina uscita due anni prima. In realtà si tratta di una proposta stilistica totalmente a sé stante, dovuta alla creatività di Giorgetto Giugiaro, voluto dai vertici Alfa Romeo perché “padre” della fortunatissima Giulia GT degli Anni 60, quando Giugiaro lavorava per Bertone che firmò la vettura.
PROFILO MOLTO PARTICOLARE - La caratteristica della linea della Alfa Romeo Alfetta GT è nella parte posteriore, molto alta e voluminosa, ancorché conclusa con la coda tronca. La soluzione derivava dal desiderata principale dei vertici della casa: avere una coupé con l’abitacolo comodo (o abbastanza comodo) per quattro persone, un po’ sulla scia di quanto faceva la rivale tedesca BMW. Il risultato fu appunto un profilo molto caratterizzato che sebbene non troppo apprezzato dal mercato, dette grande personalità al modello, tanto che tuttora riesce brillantemente a farsi notare.
DIVERSI MOTORI - Nel corso della vita della Alfa Romeo Alfetta GT (durata dal 1974 al 1986) la vettura venne prodotta con diversi motore. La prima proposta aveva il 4 cilindri bialbero 1.8 da 122 CV, poi vennero la 1.6 da 109 CV, la 2.0 GTV dapprima con 122 CV e poi con 130, quindi anche la 2.0 Turbo da 150 CV e infine la 2.5 GTV6, in quest’ultimo caso con il propulsore V6 da 160 CV. La Alfa Romeo Alfetta GT era apprezzata per la tenuta di strada e per le prestazioni, mentre era criticata per il cambio. La produzione terminò nel 1986.
ORIGINI DI UN NOME - L’Alfa Romeo usò il nome Alfetta per la prima volta su un modello di serie per la berlina del 1972, ma il termine era nato già negli Anni 30, quando indicava le piccole e leggere biposto scoperte che tanto vinsero nelle gare stradali, a cominciare dalla Mille Miglia. Nel 1938 il nome venne anche impiegato ufficialmente dalla casa per la monoposto da Gran Premio 158 Alfetta, nata a Modena nel reparto corse dell’Alfa Romeo gestito e diretto da Enzo Ferrari. Il modello arrivò sino agli Anni 50, quando consentì a Nino Farina e Juan Manuel Fangio (con le opportune evoluzioni e il nome divenuto 159 Alfetta) di vincere le prime due edizioni del campionato mondiale di Formula 1.