ALLE ORIGINI DELLA BELLA GUIDA - Chissà quante volte l’avrete ascoltata, la tiritera di chi di motori s’intende abbastanza e in testa ha ormai più di qualche capello bianco: “Per divertirsi, con le macchine di oggi, servono un sacco di cavalli, la guida è troppo filtrata…”. E via discorrendo, con l’elettronica che, mettendo sempre più in secondo piano la meccanica, finisce puntualmente col togliere al pilota il vero gusto di guidare. Fortuna che, al di là dell’età anagrafica, per gente così esistono ancora macchine come l’Alpine A110. Non quella d’epoca, però, regina indiscussa dei rally a cavallo tra gli anni ’60 e ’70 e oggi feticcio alla portata di pochi, facoltosi collezionisti, ma quella dei giorni nostri.
300 CV DI PURA GIOIA - La bella coupé, che nel 2017 ha inaugurato la rinascita dello storico marchio fondato da Jean Rédélé nel 1955, oggi si presenta rinnovata soprattutto sotto la pelle, declinata in tre versioni, tutte con un carattere diverso nelle sfumature eppure ugualmente efficaci nel trasmettere la filosofia di purezza alla base del modello originale. Tra i tre allestimenti, A110, A110 GT e A110 S, quest’ultimo è senza ombra di dubbio quello più votato alla ricerca delle massime prestazioni, quello - se vogliamo - meno “addomesticato”. L’Alpine, del resto, sa di cosa parla e lo dice a chiare lettere. Noi, che l’abbiamo recentemente provata su e giù per i saliscendi del passo della Consuma, immersi nel verde tra i vigneti e gli uliveti che si stendono sulle colline tra Firenze e Arezzo, non possiamo che confermare. Adrenalina? A fiumi. Emozioni? Fortissime, di quelle difficili da mettere nero su bianco. Partiamo perciò col dare qualche dato tecnico. Beneficiando di un’ottimizzazione della gestione elettronica del motore, il quattro cilindri 1.8 turbo-benzina dell'Alpine A110, motore ereditato dalla Renault Mégane RS (qui per saperne di più), tocca quota 300 CV: una potenza non esagerata ma giusta, più che adeguata per divorare l’asfalto in rapidi bocconi e divertirsi senza il minimo rischio di sperimentare quella specie di “languorino” allo stomaco che i guidatori dal piede pesante potrebbero anche lamentare spremendo a fondo la normale A110, che, di cavalli, ne ha una cinquantina in meno.
MOTORE ESUBERANTE, TELAIO LEGGERO E RAFFINATO - Motore, quindi, promosso a pieni voti. Soprattutto alle voci prontezza ed esuberanza. Quanto al sound, è sempre una piacevolissima sorpresa sentir cantare un quattro cilindri in linea turbo con una voce così piena e potente. Il turbo entra molto presto, appena sopra i 2000 giri., e continua a spingere come un ossesso fin oltre quota 6.000, quando la coppia massima è praticamente ancora tutta disponibile. Ciò significa fiondarsi da una curva all’altra senza la minima esitazione e, complice anche un telaio molto leggero e modificato ad arte proprio là dove serve, quasi allinearli, i tratti di strada che piegano a destra e a sinistra. Sfruttando tutto l’asfalto a disposizione, l’Alpine A110 si trasforma in una specie di rasoio, cucendo traiettorie semplicemente inimmaginabili, quando si viaggia a ritmi sostenuti su una macchina stradale. Il merito, dicevamo, è in gran parte dell’autotelaio, costituito al 96% da alluminio e realizzato in Italia dalla Cecomp di Piobesi, a due passi da Torino, dove è stato migliorato ricalibrando le molle, ora più rigide del 50%, e le barre antirollio, che essendo cave consentono di risparmiare chili preziosi, fermando l’ago della bilancia a poco più di 1.100 kg in ordine di marcia.
TI FA CAPIRE SUBITO CHI COMANDA - Controllare l’Alpine A110 S è tutto sommato facile, anche se prima di darle la confidenza che pure verrebbe spontaneo riservarle, per quanta fiducia infonde anche nelle circostanze più “concitate”, è bene prendere le misure col suo potenziale, enorme se tarato su quello dell’automobilista medio. Premendo a fondo il pedale dell’acceleratore l’auto schizza come una saponetta bagnata: bastano appena 4,2 secondi, quelli che servono a una Porsche 911, per sfondare il muro dei 100 km/h con partenza da fermo. Con il cambio robotizzato a doppia frizione Getrag a sette rapporti, poi, i passaggi di marcia sono attimi francamente difficili da metabolizzare, mentre il contagiri sale impazzito verso la zona rossa e la schiena proprio non ne vuol sapere di staccarsi dal sedile. Piccola pecca: nelle modalità Normal e Sport può capitare che la centralina della trasmissione faccia un po’ di testa sua, salendo o scalando le marce in automatico. Un “inconveniente” che, comunque, si dribbla facilmente premendo il tasto Track, ovvero inserendo il settaggio di guida più estremo, quello, in pratica, in cui il controllo elettronico della stabilità lascia parecchio margine d’iniziativa al pilota, intervenendo solo se dovesse sopraggiungere la pericolosa tentazione di sfidare le leggi della fisica.
VIAGGIA SEMPRE SUI BINARI - Mettere alla frusta la Alpine A110 S è una sfida continua senza vincitori né vinti, a patto di saper interpretare le informazioni trasmesse in rapidissima sequenza a chi guida. Le sospensioni, del tipo a doppio triangolo sia davanti che dietro, filtrano bene le imperfezioni dell’asfalto e non “spezzano” mai la schiena. Abbinate a pneumatici 215/40 R18 all’anteriore e 245/40 al posteriore, riescono ad azzerare o quasi i filtri tra il pilota e la strada. Una grossa mano, in questo senso, la dà pure lo sterzo: con un rapporto di demoltiplicazione di 13:1, è rapidissimo e preciso ai piccoli angoli; per affrontare le curve non serve quasi mai spostare le mani sul volante, operazione comunque facile oltreché molto piacevole, data la perfetta sagomatura a tre razze e il rivestimento in Alcantara della corona. Impressionante è anche la stabilità: si viaggia sempre sui binari e solo “provocando” il retrotreno, esagerando con l’acceleratore a ruote non allineate, può capitare che la coda si allarghi un po’ troppo e si debba correggere la traiettoria. Il bilanciamento è eccezionale anche nelle fasi di decelerazione più intense, e sentire la macchina acquattarsi in avanti come un felino, nelle frenate più potenti, fa capire subito cosa voglia dire (e quanta fiducia infonda) poter contare su un impianto frenante così performante.
TI METTE LE ALI - A tenere l’Alpine A110 S incollata alla strada contribuisce anche l’Aero Kit, un pacchetto aerodinamico ordinabile a richiesta che comprende uno splitter anteriore, una piastra sottoscocca specifica, che aiuta a canalizzare il flusso dell’aria verso l’estrattore posteriore, e uno spoiler posteriore, il tutto in fibra di carbonio a vista. Alla massima velocità, che è di 275 km/h, la deportanza generata è di 60 kg sul muso e 81 kg sulla coda, per un totale di ben 141 kg. Impossibile, quindi, decollare. Anche se la sensazione di volare sul pelo dell’asfalto, quella, per fortuna non svanisce mai.