FUTURO ELETTRICO, MA NON SOLO - È un viaggio affascinante e costellato di sfide quello che attende l’Alpine. Per lo storico marchio francese, fondato da Jean Rédélé nel 1955, sparito dai radar alla metà degli anni ‘90 e nel 2012 rinato sotto l’ala del gruppo Renault, il piano Renaulution ha disegnato un futuro prossimo al 100% elettrico, con l’imperativo di tenere accesa la fiamma dei modelli sportivi e da corsa del passato che hanno reso famosa in tutto il mondo la casa di Dieppe.
TRE BEV PER IL POST-A110 - Il prossimo passo, da qui ai prossimi due-tre anni, sarà accompagnare a fine carriera l’attuale Alpine A110 sostituendola con una berlinetta a pile e affiancandole una crossover media e una compatta sportiva da città anch’esse alimentate esclusivamente a batteria (qui un assaggio di come saranno le prime tre auto elettriche della casa). Ma guardando più lontano, al di là per la marca transalpina all’orizzonte si profilano ulteriori possibilità tecnologiche: a imprimere la svolta “green”, infatti, non saranno solo BEV, ma anche veicoli con celle a combustibile e ibridi a idrogeno verde, ovvero la variante “pulita” dell’idrogeno prodotta attraverso le fonti rinnovabili.
AL CENTRO DEL FUTURO ANCHE LO SPORT - A prefigurare un futuro così ambizioso è una concept car dalle forme a dir poco visionarie. Si chiama Alpine Alpenglow ed è lunga oltre cinque metri, larga più di due e più bassa di uno. Dietro linee così estreme e audaci si delinea lo spirito che guiderà ogni singola tappa dello sviluppo della futura gamma Alpine, fornendo inoltre nuovi spunti sul versante del motorsport, soprattutto per quel che riguarda le gare di durata, che la casa di Dieppe dal prossimo anno affronterà anche con i nuovi prototipi ibridi LMDh.
NATURA E CORSE COME FONTE D’ISPIRAZIONE - In inglese Alpenglow indica quel caratteristico fenomeno ottico per cui le cime delle montagne si tingono di un colore rossastro appena prima dell’alba. Il legame con la natura e la montagna non è casuale (le Alpine, chi conosce abbastanza bene la storia dell’auto lo sa, sono nate proprio per “divorare” i passi alpini…): emerge chiaramente, con un acceso tono di sportività, anche nella carrozzeria, dichiaratamente ispirata al disegno delle tute alari, oggi molto in voga nel paracadutismo sportivo più estremo. Dalle corse, invece, deriva la scelta di posizionare i due serbatoi cilindrici che contengono idrogeno ai lati dell’abitacolo monoposto, letteralmente cucito intorno al pilota e impreziosito da un volante che è una piccola opera d’arte e nella forma ricorda quello dei bolidi che animano la 24 Ore di Le Mans.