NASCE UN GIGANTE - Con l’ingresso delle azioni ANAS, le FS diventano un operatore a tutto campo delle infrastrutture che, tra strada e ferrovia, gestisce complessivamente 44mila chilometri. Nessun altro paese al mondo, tranne Svezia e Portogallo (che hanno dimensioni e sistemi di mobilità certamente non paragonabili al nostro) ha conglobato in un unico soggetto la gestione delle grandi vie terrestri di comunicazione. Questo ridisegno globale dei maggiori operatori italiani, che uniscono le loro forze come previsto dal Piano Industriale 2017-2026, porta una serie di novità sul fronte degli assetti, e una razionalizzazione sul fronte finanziario: nel 2018, infatti, il fatturato complessivo atteso è di 11,2 miliardi, e nell’arco di dieci anni sono attesi 108 miliardi di investimenti. Il Gruppo FS-ANAS diventa così un soggetto più forte, che permette all’Italia di avere maggior competitività nelle gare d’appalto per la gestione dei sistemi infrastrutturali, e delle reti di mobilità di trasporto pubblico, potendosi confrontare direttamente con gli operatori tedeschi e francesi, come DB/Arriva e RATP. Le sinergie tra ferro e gomma giocheranno, inoltre, un ruolo fondamentale nelle innovazioni previste sulla rete stradale. Grazie alla fusione, si ottimizzeranno i costi operativi e manutentivi, generando risparmi per ben 400 milioni nei prossimi dieci anni.
COSA CAMBIA SULLE STRADE? - L’obiettivo fondamentale è potenziare gli standard di qualità e sicurezza della rete, e la sua manutenzione, a partire dalla vigilanza di strade, viadotti e gallerie che, nei tratti dove le arterie corrono in affiancamento alle ferrovie (in totale, 10mila km), potrà essere effettuata in modo integrato dagli operatori di Rete Ferroviaria Italiana e ANAS. Consistenti vantaggi attesi, inoltre, nello sviluppo dei sistemi di guida autonoma: i progetti di ANAS su questo fronte, già a uno stadio avanzato, potranno ora beneficiare del know how qualificatissimo degli ingegneri che hanno sviluppato i sistemi di segnalamento ferroviario. Il coordinamento fra RFI e ANAS consentirà, tra l’altro, di collegare in maniera più efficace ed efficiente i nodi logistici: porti, aeroporti, stazioni ferroviarie, punti di interscambio modale. Fra le possibili novità preannunciate dall’Amministratore Delegato e Direttore Generale di FS Italiane, Renato Mazzoncini (a destra nella foto sopra), l’adozione di infrastrutture di alimentazione elettrica per il trasporto merci, sul modello delle sperimentazioni avviate con successo in Svezia da Scania, dove TIR elettrici corrono sulle strade, alimentati dalla corrente captata da pantografi sul tetto, più o meno come avviene con i filobus. Ancora una volta, l’esperienza maturata nell’infrastruttura ferroviaria migra con successo per rispondere alle esigenze stradali.
PAGHEREMO IL PEDAGGIO SULLE STATALI? - Da tempo si discute se, sulle superstrade gestite da ANAS (la 36 Milano - Lecco - Colico, la E45, l’Aurelia e via elencando), si dovrà prima o poi pagare il pedaggio, come notoriamente avviene sulle autostrade. Il Presidente e Amministratore Delegato di ANAS, Gianni Vittorio Armani (a sinistra nella foto sopra) ha tuttavia rassicurato, a tale proposito, che sulle arterie esistenti, anche se a doppia corsia, e sulle autostrade gestite dall’azienda (come alcune autostrade in Sicilia, la A2 Autostrada del Mediterraneo Salerno-Reggio Calabria e il Grande Raccordo Anulare), non verrà mai chiesto il pedaggio. Il nuovo assetto consentirà, tuttavia, di attivarsi al meglio per completare quei nuovi collegamenti stradali che, per varie ragioni, non sono mai stati portati a termine, o neanche avviati. Come la riqualificazione della Romea da Mestre a Ravenna o la E78 Grosseto - Fano (o Superstrada dei Due Mari) in cui rientra anche la famosa galleria della Guinza, di sei chilometri, iniziata negli Anni 90 e mai conclusa. In questi casi, così come nei nuovi progetti, sarà invece possibile ipotizzare un pedaggio, secondo il principio generale in base al quale il costo per l’uso di un’infrastruttura ricade sull’utente, e non sulla collettività.