CINESI IN EUROPA - Con l’acquisizione della Volvo, risalente al 2010, la Geely è stata una delle prime case automobilistiche cinesi a interessarsi all’Europa. Da allora le cose sono cambiate e una miriade di marchi provenienti dalla Repubblica Popolare sono arrivati sul nostro mercato, favoriti spesso dai benefici elargiti dal governo di Pechino. Vantaggi finiti sotto la lente della Commissione Europea, che per questo ha istituito dazi sui veicoli elettrici provenienti dal paese del dragone e che ora i costruttori cinesi provano ad aggirare con impianti di produzione nel Vecchio Continente. Lo ha fatto per esempio la BYD, che produrrà auto in Ungheria, o la Chery, che invece ha scelto Barcellona. La Leapmotor si appoggia all’impianto polacco di Stellantis a Tychy, mentre sembrano ben avviate le trattative tra il governo Meloni e la Dongfeng per portare la produzione di nuovi modelli in Italia. È restata finora alla finestra la Geely, che tuttavia sembra a sua volta aver iniziato a cercare la giusta sede per uno stabilimento in Europa.
DIVERSE POSSIBILITÀ - Infatti, in un’intervista alla Reuters, il vicepresidente della Geely Auto Group Li Chuanhai ha detto che non è ancora certo al 100% che la casa automobilistica costruirà uno stabilimento in Europa, tuttavia ha detto che ci sono in gioco diverse possibilità. Una mezza conferma della volontà della Geely di portare la produzione nel Vecchio Continente arriva da Nicolas Appelgren, ceo per l’Europa della Lynk & Co (brand del gruppo Geely), che ha affermato che l’azienda cinese sta cercando sedi.
NUOVI MODELLI IN ARRIVO - La Geely, che verrà colpita da un dazio europeo del 19% per le sue elettriche importate sul nostro mercato, è il secondo costruttore cinese per vendite, superato dalla BYD solo lo scorso anno. Nel suo portafoglio, oltre alla Volvo e alla Lynk & Co, ha anche una joint venture con la Renault e possiede quote dell’Aston Martin e della Mercedes (con la quale condivide il marchio Smart). Questa settimana ha inaugurato una sede in Germania, a Francoforte, dove intende testare alcuni veicoli ibridi, elettrici e a idrogeno per verificare la possibilità di omologazione in base agli standard europei.