Al Salone di Parigi ha debuttato la prima Dacia ibrida; la Jogger full hybrid da 140 CV, offerta a cinque o a sette posti. L’auto si potrà ordinare da inizio 2023, con prime consegne in primavera. Abbiamo parlato di questo nuovo modello e dei futuri programmi della casa rumena con Lionel Jaillet (nella foto qui sotto), product performance manager di Dacia.
Dacia debutta nel mondo dell’ibrido con la Jogger, che tipo di meccanica avete scelto?
La Jogger è costruita sulla piattaforma CMF-B condivisa con Renault, da cui possiamo attingere le tecnologie che riteniamo più in sintonia con le esigenze dei nostri clienti. Dacia è da sempre attenta ai costi di produzione e di gestione delle sue auto, che si traducono in un risparmio per gli utenti, per questo abbiamo aspettato a introdurre l’ibrido nella nostra gamma. Si tratta di un tipo di alimentazione che garantisce senz’altro una riduzione della spesa per il carburante, ma la sua meccanica è sofisticata, quandi cara. Il suo costo industriale, però, negli ultimi anni è stato ammortizzato dai modelli Renault che la utilizzano, come la Captur, rendendo così la meccanica ibrida economicamente sostenibile anche per una Dacia, in modo da poterla proporre ai nostri clienti a un prezzo in linea con la filosofia del marchio. In linea generale, quando una nuova tecnologia è lanciata da modelli Renault, per ammortizzarne adeguatamente il costo prima di poterla introdurre sulle Dacia trascorrono circa tre anni. Aspetto che ha un vantaggio: quanto arriva sulla Dacia la tecnologia in questione è più matura, affidabile.
Ci può ricordare brevemente come funziona il sistema full hybrid per la Dacia Jogger?
Si compone di un 1.6 a benzina che lavora con un’unità elettrica per complessivi 140 CV. Entrambi trasmettono il moto alle ruote anteriori. Un secondo e più piccolo motogeneratore, che non è di trazione, assolve ad altre funzioni, come fare da sincronizzatore per l’inserimento della marce della trasmissione automatica. Come per tutte le ibride, una batteria agli ioni di litio provvede ad alimentare la parte elettrica.
Ci saranno anche altre Dacia full hybrid, per esempio l’utilitaria Sandero?
La Sandero è più piccola della Jogger, quandi ha prezzi inferiori che, al momento, non rendono economicamente vantaggioso proporre un ibrido “full”. Per i futuri modelli, ci stiamo lavorando. Ricordiamo che nel 2024 è attesa la nuova Duster.
Quindi non abbandonerete altri tipi di alimentazione in favore dell’elettrico?
No, l’idea di Dacia è sempre quella di disporre del tipo di alimentazione giusto al momento giusto, che possa coniugare bassi costi di acquisto e di esercizio, a emissioni inquinanti ridotte. Requisiti soddisfatti, ad esempio, dai nostri modelli a Gpl, che sono efficienti.
Qui allo stand del salone di Parigi avete esposto la Logan, un modello in passato commercalizzato anche in Italia, ma ora non più disponibile. Avete intenzione di introdurla nuovamente?
L’attuale Logan, edizione a tre volumi con il buale separato dall’abitacolo della Sandero, è apprezzata in certi mercati, ad esempio nel nord Africa. In Italia stimiamo avrebbe numeri di nicchia, che non ne giustificherebbero l’importazione.
Torniamo all’elettrificazione, l’utilitaria a “pila” Spring sta incontrando un buon successo, pensate di offrirla in una versione con maggiore autonomia?
La Spring è una full electric e ci sembra la soluzione migliore per la città. La sua leggerezza, pesa meno di 1000 kg, ci ha permesso di utilizzare un motore a corrente non molto potente, 45 CV, e una batteria non enorme. Tutti aspetti che hanno contribuito a contenere i costi, per proporre la Spring a un prezzo competitivo. Questo, però, senza rinunciare a una buona autonomia: 230 km quella media, che crescono a circa 300 in città. Ci sembrano numeri adeguati alla destinazione dell’auto perché, dai nostri sondaggi, i clienti percorrono in media una trentina di chilometri al giorno e non abbiamo richieste per un versione con un’autonomia più estesa. Pertanto, rispondendo alla domanda, direi che resterà la Spring che conosciamo.