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Area C di Milano: che rebus pagare online

05 novembre 2014

Il pagamento sul web dei 5 euro riserva una procedura davvero macchinosa. Come dimostra il nostro test.

Area C di Milano: che rebus pagare online
TREDICI PASSAGGI - Paghi 5 euro di ticket via internet, entri in auto e sei in regola: in teoria, l’Area C di Milano dovrebbe funzionare in modo semplice. Specie grazie alla rete, uno strumento perfetto per velocizzare qualsiasi pratica. Ma le cose stanno diversamente, come dimostra la nostra prova sul campo: ben 10 passaggi sono necessari per riuscire… nell’impresa.
 
1) Per pagare il pedaggio sul web (ci sono anche altri metodi per farlo, come il classico ticket cartaceo), cerchiamo “Area C Milano” in Google.
 
2) Uno dei primi risultati è: “Comune di Milano Area C”. Proprio quello che volevamo.
 
3) Entriamo e, a questo punto, i giochi dovrebbe essere fatti: macché, la pagina è in manutenzione. Idem se, dal sito del Comune, premiamo il pulsante Area C. “Per le informazioni relative siete pregati di contattare il call center di ATM al numero 02 48684001”. Lo facciamo: dopo un’attesa di 20 minuti (con musichetta di sottofondo) ci arrendiamo.
 
4) Allora torniamo in Google e ci arrabattiamo facendo altre ricerche: alla fine, ecco la pagina in cui pagare l’Area C.
 
5) Ecco la schermata per scegliere il tipo di ticket: per noi, il giornaliero di 5 euro. Nessun problema rilevante, al di là di scritte molto piccole.
 
6) Adesso, possiamo scegliere come pagare...
 
 
 
7) Paghiamo mediante il sistema di Banca Intesa: nessun problema con la carta di credito.
 
8) Attiviamo il ticket inserendo il Pin: trafila finalmente finita?
 
9) No, non è ancora terminata. Il sito ti chiede la classe del veicolo. È presumibile che sia la classe d’inquinamento, ma questo non né chiaro né immediato per tutti: qualcuno potrebbe domandarsi che cosa voglia dire quella richiesta del sito. 
10) Eccoci alla dichiarazione: “Il veicolo è Euro 3 diesel trasporto cose: dichiaro di essere in possesso di un’autorizzazione in corso di validità per la disciplina ztl merci”. Qui chi non è pratico rischia di perdersi. Comunque, clicchiamo sul no: il veicolo non rientra in questa casisitica. Non basta, dobbiamo cliccarci sopra due volte. Idem per la seconda dichiarazione: il nostro mezzo non è un tir. Anche stavolta clicchiamo sul no: il veicolo non rientra in questa casisitica. E (ovviamente...) dobbiamo cliccarci sopra due volte, perché un solo clic non viene riconosciuto.
 
 
 
11) Inseriamo la targa e il sito risponde che non rientra nella casistica: evidentemente la banca dati del comune di Milano relativa all’Area C non è completa.
 
12) Nel riepilogo, la classe risulta ancora non rilevata: panico. Avremo pagato? Il versamento con la carta di credito sarà andato a buon fine? I soldi sono stati spesi bene o sono andati perduti per sempre? E, se non pago, poi mi arriva a casa la multa di oltre 90 euro?
 
13) Paghiamo l’Area C anche se una finestra a tendina continua a dirci che la classe dell’auto non è stata rilevata. Il che può anche lasciare dubbi all’utente, specie se poco pratico di pagamenti dell’Area C: ce l’avremo fatta oppure avremo una batosta fra poche settimane? Ci fidiamo: la schermata ci dice che il pagamento è stato effettuato. Sarà andato tutto per il verso giusto? Lo sapremo… nelle prossime puntate!

 



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Ritratto di piccoloanto
5 novembre 2014 - 19:08
bravi quelli di alvolante comunque e angosciante pagare 5 euro e vedere che il sito non ti informa a dovere e che poi dopo mille peripezie dovute alla scarsa attenzione di non curare il sito che non ti informa sulla tua auto avere il dubbi sul pagamento facendo gli scongiuri di pagare la multa e pazzesco!!!!!
Ritratto di lucios
6 novembre 2014 - 10:21
4
.....nelle istutuzioni pubbliche la gesione informatica è molto carente, approssimativa e inefficiente! Ma chi sono queste persone esperte che se ne occupano?
Ritratto di rebatour
6 novembre 2014 - 10:41
lo può usare per pagare l'area c.
Ritratto di NURS
6 novembre 2014 - 15:58
 
Ritratto di ducart
6 novembre 2014 - 16:05
e chissà cosa pagano per farsi sviluppare e mantenere quei siti internet!