SECONDO FILONE - Dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova, avvenuto il 14 agosto 2018, la magistratura ha avviato l’indagine per accertare eventuali responsabilità di Autostrade per l’Italia, la società che aveva la gestione del ponte. L’indagine ha portato al sequestro di documenti riservati e all’apertura di un secondo filone, che oggi registra un’importante svolta: la Guardia di Finanza ha disposto il fermo di Giovanni Castellucci, figura di primo piano di Autostrade, tanto da averne ricoperto il ruolo di amministratore delegato fra aprile 2005 e gennaio 2019. Insieme a Castelluci, sono stati disposti gli arresti domiciliari per altri due ex manager di spicco della società: Michele Donferri Mitelli, ex responsabile nazionale delle manutenzioni di Autostrade, e Paolo Berti, ex direttore centrale operativo.
PANNELLI CARENTI - Nel corso del secondo filone dell’indagine, come riferisce una nota della Guardia di Finanza, sono emerse carenze ai pannelli fonoassorbenti presenti lungo tutta la rete autostradale italiana, ritenuti a rischio distacco. Secondo la Gdf, gli arrestati erano a conoscenza “di difetti progettuali e di sottostima dell’azione del vento” in relazione a tali pannelli, “nonché dell’utilizzo di alcuni materiali per l’ancoraggio a terra non conformi alle certificazioni europee e scarsamente performanti”. In più, non avevano voluto “procedere a lavori di sostituzione e messa in sicurezza adeguati, eludendo tale obbligo con alcuni accorgimenti temporanei non idonei e non risolutivi”. Su tali basi, sono maturate le gravi accuse di accusato di attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture.