MEA CULPA - Alla conferenza di presentazione del bilancio dell'
Audi (
nelle foto), la prima dopo il dieselgate che ha investito anche la casa dei quattro anelli, numero 1 di Ingolstadt, Rupert Stadler, ha annunciato l’inizio a breve della campagna di richiami. “Siamo sinceramente dispiaciuti per quanto è successo”, ha detto. “Assicuriamo la massima trasparenza e confermiamo che risolveremo tutto”. E, in merito al futuro ha promesso che “l’onestà sarà la principale priorità che guiderà il business dell’azienda”.
AL VIA I RICHIAMI - Per fare fronte alle spese legate allo scandalo
Dieselgate sono stati accantonati 228 milioni di euro. “Stiamo ancora chiarendo quello che è successo e cercando soluzioni”, ha spiegato Stadler, annunciando che in aprile Matthias Müller, capo del gruppo Volkswagen, renderà pubblici i risultati dell’inchiesta interna. Per quello che riguarda gli interventi tecnici, l’Audi ha chiarito che circa il 90% delle vetture affette in Europa da problemi relativi alle emissioni sono equipaggiate con il quattro cilindri “duemila” a gasolio; il restante 10% è composto da “millesei”. Per il V6 3.0 TDI, invece, non sono previsti interventi perché già incontra le normative europee (sarà invece sottoposto ad aggiornamenti negli USA). A breve, quindi, inizierà il richiamo delle A4 2.0 TDI: l’intervento prevede l’adeguamento del software di gestione del motore. Per il quattro cilindri 1.6 TDI sono programmati sia interventi di software sia l’adozione di un regolatore/rettificatore di flusso, per un fermo vettura in officina di un’ora al massimo. La campagna dovrebbe terminare entro la fine del 2016.
NUMERI IN CRESCITA - Nell’evidenziare l’andamento costante di crescita del brand, Stadler ha sottolineato come Audi venda oggi rispetto al 2006 il doppio delle auto, con numeri che in Cina si sono moltiplicati per sette volte. Nel 2015 è stato raggiunto un profitto operativo comparabile a quello del 2014 e pari a 5,13 miliardi di euro (nel 2014 era stato di 5,15) che, dedotti gli accantonamenti per situazioni contingenti, scende a 4,8 miliardi di euro. Questa voce include sia i 228 milioni di euro previsti per far fronte allo scandalo dei diesel sia i 70 milioni per il richiamo legato alla vicenda degli airbag difettosi forniti dalla giapponese Takata. Si segnala un calo dell'utile dopo le imposte del 3%, a 4,3 miliardi di euro sul 2014. A questo corrisponde un aumento dei ricavi dell'8,6%, per 58,42 miliardi. Per quel che riguarda il margine sui ricavi, invece, si registra un calo dal 9,6% del 2014 all'8,8%. La liquidità netta a fine dicembre era di 16,4 miliardi, contro i 16,3 del 2014.
PER IL 2016 SEGNO “PIÙ” - Intanto, per l’anno in corso l’Audi prevede una moderata crescita e un incremento delle vendite, non solo per il brand ma anche per la Lamborghini (che nel 2015 ha visto crescere le vendite del 28,3%) e per la Ducati. Tornando al gruppo Audi, confermando che per il futuro non è programmata alcuna cessione degli asset, i vertici di Ingolstadt hanno previsto per quest’anno un “cash flow” netto tra 2 e 2,5 miliardi di euro, con un livello di investimenti tra il 5% e il 5,5%, per oltre 3 miliardi di euro.
OFFENSIVA DI PRODOTTO - Entro il 2020, è stato chiarito dai dirigenti dell’Audi, “intendiamo ampliare la nostra gamma di prodotti a oltre 60 modelli, anche ibridi ed elettrici”. Nel 2016 saranno una ventina le “new entry” a livello mondiale, tra cui spiccano le A4 berlina e Avant, la A4 Allroad, la A8 Coupé e due ibride plug-in, la Q7 e-tron e (per la Cina) la A6L e-tron. Nel 2017 arriverà la A5 Coupé. Annunciata per il 2018 una suv elettrica con 500 km di autonomia, derivata dalla concept mostrata a Francoforte. Un tipo di alimentazione che sarà sempre più importante: “Entro il 2025 avremo il 25% di vetture ibride, ibride plug-in ed elettriche”.