DIETRO LE SBARRE - La giustizia tedesca avrebbe inferto un duro colpo all'Audi e messo in stato di fermo il numero uno Rupert Stadler (nella foto), indagato con le accuse di frode e false dichiarazioni in relazione alla nota vicenda Dieselgate, il software installato su milioni di automobili a gasolio del gruppo Volkswagen (di cui l'Audi fa parte) in grado di ridurre articifialmente le emissioni di ossidi azoto in caso di verifica sul banco a rulli rispetto a quelle reali su strada. Come riporta il Sole 24 Ore, la notizia è stata resa nota dall'ufficio del pubblico ministero di Monaco e arriva una settimana dopo la perquisizione effettuata a casa di Stadler per trovare materiale utile all'indagine.
A CAPO DELL'AUDI DAL 2010 - Stadler è amministratore delegato dell'Audi dal 1 gennaio 2010, posizione che ottenne dopo essere stato responsabile finanziario nei tre anni precedenti. Il costruttore tedesco avrebbe venduto, a partire dal 2009, auto con il software irregolare, stando all'accusa, che ha messo nel mirino la posizione di Stadler e le sue dichiarazioni fornite agli inquirenti nel corso del processo. L'accusa ha perquisito da febbraio anche due stabilimenti dell'Audi, ma il fermo di Stadler fa pensare che le indagini abbiano assunto una piega ben precisa.