UN SECONDO PASSO - Il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione Renato Brunetta (foto qui sopra), ha emanato lo scorso 28 marzo una direttiva sulle modalità di gestione delle auto blu. Quella precedente, risalente al 2010, aveva già richiamato l’attenzione delle pubbliche amministrazioni sulla necessità di adottare modalità di gestione e utilizzo delle autovetture in dotazione in maniera più efficace, dando il via a una prima azione di monitoraggio su tutto il territorio nazionale.
4 MILIARDI DI EURO - Una prima stima della rilevazione ha coperto il 50% delle amministrazioni (esclusi i comuni con meno di 30.000 abitanti), pari al 61% dei dipendenti pubblici e al 47% delle auto immatricolate dalla pubblica amministrazione. Ne risulta che le auto blu a carico dei contribuenti sono 90.000, per un costo di oltre 4 miliardi di euro. Di questi veicoli, dai 7 ai 10mila sono le cosiddette auto blu-blu (per la rappresentanza politico istituzionale), dai 18 ai 20mila sono auto blu (con autista a disposizione dei dirigenti), e dai 60 ai 65mila sono auto grigie (senza autista, a disposizione degli uffici per attività operative). Per non parlare dei 60.000 dipendenti pubblici che portano in giro politici e burocratici.
MENO POTENTI E PIÙ SOBRIE - Il Ministro Brunetta è convinto che si possa dimezzare queste cifre arrivando a spendere circa la metà. E per raggiungere questo obiettivo l’ultima direttiva è stata ben precisa in merito: le amministrazioni pubbliche dovranno selezionare con molta attenzione i modelli di auto blu tenendo conto della cilindrata, della potenza, dei consumi, dei premi assicurativi e delle spese di manutenzione. Tutte cose da ridurre. Il Ministro ha posto poi attenzione anche sulla scelta degli allestimenti, che non devono eccedere rispetto alle esigenze di utilizzo delle vetture.
SU COSA RICHIAMARE L’ATTENZIONE - Ma non solo. Il Ministro Brunetta ha fornito ulteriori indicazioni per abbassare i costi di gestione e mantenere comunque soddisfacente il livello di servizio. Si potrebbe iniziare con il dismettere il parco auto di proprietà a favore di contratti di locazione o noleggio, con o senza conducente, ma si potrebbe coinvolgere anche le società di tassisti. Una minore spesa si avrebbe anche adottando il car sharing, l’utilizzo condiviso delle autovetture. In questo caso due o più amministrazioni potrebbero dividersi l’auto di servizio per percorsi in tutto o in parte coincidenti, a fronte di esigenze programmabili. Questo comporterebbe una conseguente riduzione del personale attualmente impiegato, che potrebbe invece rivolgersi ad altri settori, magari dopo specifici corsi formativi.
PER UNA MAGGIORE TRASPARENZA - Come lo scorso anno, è partito il monitoraggio relativo alle vetture in dotazione alle pubbliche amministrazioni che, entro il 29 aprile, riceveranno da Formez PA un questionario da compilare online. Oggetto delle domande saranno il numero delle auto blu-blu, blu e grigie in uso, il numero e la tipologia degli assegnatari delle auto di rappresentanza, di servizio e di quelle a disposizione, le unità di personale adibito alla guida o alla gestione del parco auto, il costo annuale sostenuto per il personale, la percorrenza totale dei chilometri e le spese di gestione delle autovetture, e l’eventuale adozione di misure di contenimento delle spese.