DELOCALIZZAZIONE - Quando si pensa alla forza lavoro, solitamente si fa riferimento agli operai nelle fabbriche. A penalizzare quelli italiani è spesso il costo del lavoro, in Italia più alto che in altri paesi. E così le grandi aziende scelgono di delocalizzare, portando le fabbriche in luoghi dove il lavoro costa meno. È il caso, per esempio, di Stellantis: nelle ultime settimane ci si è posti molte domande sul futuro di Mirafiori, lo stabilimento torinese che resterà fermo almeno fino a settembre (qui la notizia). Ma gli operai non sono i soli a subire gli effetti della delocalizzazione. Infatti, secondo quanto riposta l’agenzia Bloomberg, Stellantis ha iniziato ad assumere la maggior parte dei suoi ingegneri non più in Europa o negli Stati Uniti, ma da Marocco, India a Brasile. Il tutto nell’ottica di una riduzione dei costi.
DUE INGEGNERI SU TRE - Secondo i dati riportati da Bloomberg, un ingegnere europeo o americano può arrivare a costare fino a 200.000 euro all’anno, mentre uno marocchino, indiano o brasiliano si “accontenta” di circa 50.000 euro all’anno o addirittura meno. Il fenomeno non è certo limitato a Stellantis: anche la Tesla e il Gruppo Volkswagen stanno tagliando posti di lavoro e spostando parte della produzione in luoghi più economici, la Renault ha tolto circa 1.500 ingegneri in Francia costruendo degli hub in Romania, Brasiele e Corea del Sud, e persino un marchio premium come la BMW assume molti colletti bianchi in India. Tuttavia Stellantis sembra avere una politica più aggressiva da questo punto di vista, tanto da avere l’obiettivo - secondo alcune fonti interne - di arrivare nei prossimi anni ad avere nel suo organico circa due ingegneri su tre provenienti da paesi “low cost”. “C’è sempre più potenziale quando si tratta di gestione dei costi”, ha detto recentemente Natalie Knight, direttrice finanziaria di Stellantis. L’ottimizzazione del costo del lavoro “è qualcosa che è stato importante sia per i colletti bianchi che, in misura minore, per gli operai”, ha riferito.
NUOVE COMPETENZE - Oltre a cercare il risparmio, Stellantis sta anche cercando di integrare nel suo organico nuove competenze, in particolare in settori come il software, l’intelligenza artificiale e la chimica delle celle delle batteria. Il direttore operativo del gruppo in Sud America, Emanuele Cappellano, ha annunciato che Stellantis prevede di assumere circa 500 ingegneri da aggiungere ai quasi 4.000 che già lavorano in Brasile. “Questi professionisti si concentrano su progetti globali”, ha sottolineato il manager.
































