I CONTI VANNO MALE - Sembrava una strada così indispensabile che l’ultima cosa che poteva mancare erano le automobili (e quindi le relative entrate dei pedaggi). Invece è andata proprio così. Il tratto autostradale Bergamo-Milano, chiamato da sempre Brebemi (Brescia-Bergamo-Milano) dal nome della società che lo ha costruito, è stato inaugurato nel luglio scorso ma delle 40 mila auto alla settimana preventivate, ai suoi caselli se ne vedono soltanto la metà. Risultato: conti in profondo rosso per la società appositamente creata da Banca Intesa San Paolo e gruppo Gavio (concessionario di diverse altre autostrade nel nord Italia).
SENZA I COLLEGAMENTI PREVISTI - All’origine dello scarso flusso di traffico secondo gli esperti del settore c’è la mancanza del raccordo con l’autostrada A4 Milano-Venezia e con la Tangenziale Est di Milano. Ciò mentre il progetto d’origine prevedesse appunto i due collegamenti da realizzare però non da parte della Brebemi. I problemi più spinosi sono legati al primo dei due raccordi (con l’autostrada A4) perché la prospettiva che venga realizzato è di qualche anno, mentre per il collegamento con la Tangenziale Est di Milano i lavori dovrebbero ultimarsi nel prossimo maggio.
PREVISIONI E TEMPI REALI - Va notato che questi ultimi lavori relativi alla Tangenziale Est sono portati a compimento grazie all’ingresso nell’operazione della stessa società Brebemi, che è intervenuta proprio per garantirsi il flusso di traffico su cui erano state fatte le previsioni economiche. Ciò mentre il raccordo dall’altro capo del tratto autostradale della Brebemi i tempi necessari per vedere il problema risulto sono appunto ben più lunghi di quanto assicurato agli azionisti della Brebemi quando il progetto partì.
MILIONI NECESSARI - Fatto sta che nella situazione attuale il destino della società della Brebemi appare segnato, con un inevitabile dissesto finanziario, per cui l’unica soluzione possibile è diventato l’intervento pubblico (60 milioni da parte della Regione Lombardia e 20 milioni all’anno dal 2017 al 2031 da parte dello Stato). Sul fronte finanziario, la società della Brebemi (quindi Banca Intesa San Paolo e Gavio) si accontenteranno di un rendimento del loro investimento inferiore di quanto preventivato: 6,81% invece del previsto 8,9%.
IMPEGNI FINANZIARI - Assieme alle misure economico-finanziarie di consolidamento della società Brebemi, il piano di “salvataggio” ha poi un aspetto mirante a intervenire sull’opera in maniera di creare una soluzione “ponte” ai problemi di collegamento con la A4 in attesa della realizzazione dell’opera definitiva, prevista appunto tra qualche anno. Il progetto tampone prevede l’ampliamento della strada di 7 chilometri che separa la Brebemi dalla autostrada A4, ovviamente con creazione delle due rampe di collegamento per i due sensi di marcia. Per il lavoro è previsto un costo di 35 milioni che saranno messi a disposizione dai soci della Brebemi una volta arrivati i finanziamenti pubblici che assicureranno l’equilibrio dei conti.
OPERE FINANZIATE DAI PRIVATI - La vicenda è grave per ciò che significa nel contesto locale (il mancato miglioramento della viabilità e lo spreco di una arteria importante che non viene utilizzata) ma non solo. Essa assume rilievo più ampio perché sta rendendo poco credibili i tanto decantati interventi “project financing”, cioè i lavori realizzati con capitali privati senza l’intervento finanziario dello Stato. E proprio per il rischio che i problemi della Brebemi allontanino le banche da altri possibili progetti la mano pubblica si è decisa a intervenire e ha avviato la procedura per l’intervento.