C'È L’ACCORDO - Piemonte e Liguria sono le prime regioni in Italia dove le concessionarie autostradali possono multare gli automobilisti che superano un casello senza prima aver corrisposto la cifra dovuta, che oggi può essere versata nei Punti Blu, in posta e via internet senza gli oneri di una multa. La novità è contenuta nel protocollo d’intesa firmato a ottobre 2016 dalla Polizia Stradale e dall’Aiscat, l’associazione dove sono raggruppati i gestori dei tratti autostradali in Italia, che aggiorna la norma del Codice della Strada in cui vengono stabiliti i criteri per la “prevenzione e l’accertamento delle violazioni dell’obbligo di pagare il pedaggio” (articolo 176 comma 11). Le sperimentazioni dovrebbero poi allargarsi ad altre regioni.
MANCANO I LOCALI - L’accordo porterà alla formazione di ausiliari specializzati, la cui attività consiste nei servizi di accertamento e riscossione delle somme non pagate. Le società che gestiscono i tratti autostradali potranno quindi formare del personale specializzato, come riferisce Il Sole 24 Ore, in maniera analoga a quanto avviene con gli ausiliari di sosta: le infrazioni verranno rilevate dai nuovi addetti, mentre la notifica del verbale spetta al corpo di polizia competente (in questo caso la Polizia Stradale). Gli addetti dovranno superare un esame di abilitazione. Rimangono però alcune difficoltà “logistiche”, visto molti caselli sono privi dei locali in cui basare attività di questo genere.
DUE PUNTI IN MENO - Le multe verranno recapitate al massimo 90 giorni dopo l’infrazione e cambiano d’importo a seconda della gravità: chi sbaglia corsia perché distratto o senza soldi dovrà pagare una multa di 85 euro, in aggiunta alla decurtazione di 2 punti sulla patente, mentre chi supera la barriera con dolo (accodandosi per esempio all’auto che precede) dovrà versare 485 euro e rischia la denuncia per truffa o insolvenza fraudolenta. Fino ad ora le sanzioni venivano applicate solo in caso di dolo, grazie all’aiuto di un sistema elettronico che riconosce le targhe dei “furbetti” inserite nella banca dati. Il sistema però non si è mai rivelato efficace, dal momento che solo gli agenti (non i casellanti) possono bloccare il trasgressore.