Colpo di scena nella vicenda legata al rinnovo delle concessioni autostradali, Il consiglio di amministrazione di Atlantia, riunito in assemblea straordinaria, ha bloccato il piano di investimenti di Autostrade per l'Italia per il rilancio e l’ammodernamento della rete autostradale (qui per saperne di più). Nel dettaglio ha stabilito che Aspi dovrà destinare i 900 milioni messi a disposizione dalla holding che fa capo alla famiglia Benetton alle sole attività di manutenzione e agli interventi per la sicurezza della rete. Rinviando di conseguenza tutti gli altri investimenti a data da destinarsi, quando lo scenario sarà più chiaro.
Questa decisione rispecchia la preoccupazione maturata del consiglio di amministrazione di Atlantia dopo alcuni episodi che hanno reso più incerta la situazione. A cominciare dalla richiesta della garanzia statale su un prestito da 1,25 miliardi: operazione che nei giorni scorsi il viceministro dello sviluppo economico Stefano Buffagni aveva inequivocabilmente bocciato, sia pure via social: “Domandare è lecito, rispondere è cortesia: no grazie”.
Di conseguenza, stante la posizione dell'esponente 5 Stelle, il Dl liquidità non dovrebbe valere per Autostrade. A questo si somma il fatto che al momento l'azienda non ha ricevuto dal governo ancora alcuna risposta chiara rispetto alla proposta messa sul piatto ancora a marzo scorso per definire il delicato tema della revoca della concessione. Il board che ha deciso il cambio di strategia si è tenuto, peraltro, immediatamente a valle del summit tra le prime linee di Autostrade e Atlantia e alcuni esponenti del Tesoro che verteva proprio sulla richiesta di garanzia della Sace.
In ultimo, non è stato fatto ancora alcun progresso sul fronte del finanziamento Cdp. L'accordo tra le parti su una linea di credito revolving era stato raggiunto nel 2017, ora Aspi avrebbe voluto attivare una parte di quella linea per complessivi 1,3 miliardi ma la Cassa ha preso tempo. E nulla si sarebbe mosso nelle ultime settimane.
Tutto questo si inserisce in un quadro che vede l'azienda autostradale in seria difficoltà nel reperire fonti di finanziamento, complice il decreto Milleproroghe che ha portato al taglio netto del merito di credito da parte delle agenzie di rating che ancora lo scorso gennaio hanno declassato il giudizio a spazzatura.