PER ORA DISATTIVATI - Il Giudice per le indagini preliminari, di Cosenza ha disposto il sequestro degli autovelox T-Exspeed v.2.0 (foto qui sopra) utilizzati lungo la statale 106 e 107 e la provinciale 234 del territorio della provincia di Cosenza. I dispositivi, a seguito del provvedimento, sono stati disattivati. Questo provvedimento non interessa la sola provincia di Cosenza bensì anche le amministrazioni che hanno siglato degli accordi con la società che noleggia questi dispositivi, tra cui rientrano diversi comuni e città quali Venezia, Vicenza, Modena, Reggio Emilia, Pomarico, Cerignola, Pianezza, Piadena, Formigine, Arcola, Carlentini, San Martino in Pensiliis.
LA DISPUTA - Secondo le indagini della Procura della Repubblica di Cosenza, che hanno portato al Gip a emettere i provvedimenti, i dispositivi autovelox T-Exspeed v.2.0, impiegati per misurare la velocità presso postazioni fisse, non sarebbero omologati, oltre che sprovvisti del prototipo del sistema di rilevamento. Nello specifico, la Polstrada di Cosenza ha specificato inoltre che il prototipo depositato presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è differente dalla versione modificata che la società ha fornito ai Comuni.
APPROVATO E OMOLOGATO - Attualmente è inoltre in corso una disputa legale tra i termini approvazione e omologazione. Secondo una recente sentenza della Corte di Cassazione (n° 10505/2024) un autovelox per rilevare un’infrazione deve essere omologato. Il codice della strada prevede che per avere uno strumento omologato si debbano verificare alcune caratteristiche obbligatorie (il ministero ha smesso di omologare gli autovelox dal 2020), mentre per ottenere l’approvazione è sufficiente che sia in possesso di alcune caratteristiche non specificate dal codice sui cui è il ministero a esprimere un giudizio. Questa mancanza di chiarezza ha portato alcuni comuni a installare autovelox che fossero approvati e non omologati.