CHE COSA CAMBIA - Fine della distinzione. Tutti gli autovelox vanno sottoposti a taratura, inclusi quelli mobili, che funzionano con gli agenti: lo ha stabilito la Corte costituzionale con sentenza 113/2015. Per un motivo semplice: il decadimento delle prestazioni è inevitabile. Insomma, dopo qualche tempo, gli autovelox mobili rischiano di funzionare male, di non misurare correttamente la velocità, di multare chi rispetta il limite (o di non sanzionare chi corre troppo). Una parte del codice della strada (articolo 45 comma 6) è da riscrivere: sono incostituzionali quelle norme che non prevedono l’obbligo di sottoporre a taratura gli autovelox mobili. Invece, la regola finora seguita era questa: gli autovelox mobili, presidiati da pattuglie presenti sul posto, non andavano sottoposti a taratura, perché gli agenti erano in grado di rilevare eventuali malfunzionamenti. Al contrario, gli autovelox fissi, automatici, che funzionano in assenza di polizia, dovevano e devono tuttora essere sottoposti a taratura.
RAGIONAMENTO CONDIVISIBILE - Finalmente, la Corte costituzionale sancisce un principio logico, evidenziando un’assurdità del nostro codice della strada. A tale proposito, i giudici dicono: è inammissibile che “una bilancia di un mercato rionale sia soggetta a verifica periodica della taratura, mentre non lo sia una complessa apparecchiatura, come quella per la verifica della velocità, che svolge un accertamento irripetibile e fonte di gravi conseguenze per il cittadino”. Sono in ballo centinaia di migliaia di euro l’anno, nonché la sicurezza stradale. Resta delicata e complessa la questione ricorsi. Per le multe vecchie, è molto difficile riaprire i giochi. Per i verbali futuri, va dimostrato che l’autovelox mobile non è tarato. Si può chiedere al giudice che l’ente accertatore dimostri l’avvenuta taratura dell’autovelox mobile: se viene provata, il ricorso è respinto; altrimenti, è accolto.