NIENTE “CODE” AL CENTRALINO – Per chiamare un taxi non è più necessario telefonare al centralino e sopportare attese a volte interminabili. Sono molte le applicazioni scaricabili gratuitamente sugli smartphone che permettono di trovare il tassì libero più vicino nello spazio di un click. Un fenomeno che, se in Italia sta muovendo ancora i primi passi, all’estero rischia di cambiare completamente le regole del gioco. Ad aprire la strada ci ha pensato l’applicazione GetTaxi, lanciato a Londra circa un anno fa. La vera rivelazione è però la tedesca myTaxi che, in pochi mesi, è stata scaricata da oltre 800mila persone e vanta una rete di settemila taxi registrati al servizio, spalmati in una trentina di città.
COME FUNZIONA – Si tratta di una sorta di social network: il programma individua i tassì liberi più vicini tra quelli che si sono registrati al servizio mostrandone la posizione su una mappa della città. Basta poi un click per “lanciare” la chiamata. Il primo tassista che risponde, si aggiudica la corsa. Sul display del telefono compare allora la foto della vettura e il percorso che sta compiendo per arrivare a destinazione, inclusa una stima dei tempi d’attesa. Inoltre, è possibile sapere come altri clienti hanno valutato quello stesso taxi con un voto espresso in stellette (il massimo è cinque). Allo stesso modo funzionano GetTaxi e le altre applicazioni del genere.
AI TASSISTI CONVIENE – Questi tipi di servizio hanno tutte le carte in regola per prendere sempre più piede. Il caso della Germania è emblematico: laddove i vecchi centralini richiedono ai tassisti un abbonamento mensile che va dai 100 ai 200 euro, myTaxi si “accontenta” di 79 centesimi per ogni corsa effettuata. Niente costi fissi. Insomma, non c’è gara. E se l’80% dei circa 50.000 tassisti tedeschi è ancora affiliato a un servizio di radiotaxi, presto la musica potrebbe cambiare.
SERVIZI IN ESPANSIONE – Del resto, l’IntelligentApps di Amburgo, che ha prodotto myTaxi, sta cominciando a pensare in grande: dopo aver lanciato il servizio in Austria (a Vienna) e Svizzera (a Zurigo), entro fine mese dovrebbero sbarcare a Barcellona, in Spagna; poi sarà la volta dell’Olanda con Amsterdam. I soldi non mancano, dopo i 10 milioni di euro raccolti da partner d’eccezione come Deutsche Telekom e Car2Go, la società specializzata nei servizi di car sharing di proprietà della Daimler. Quest’ultima, che produce l’80% dei tassì tedeschi, è addirittura diventa socia della IntelligentApps con una quota del 15%. Dal canto suo, neanche la “rivale” GetTaxi ha intenzione di restare con le mani in mano: presto sbarcherà nelle grandi città di Francia, Germania, Russia, Spagna e Italia.