STOP ALLE ESENZIONI - “Telenovela bolli storici”, atto secondo. Il 1° aprile scorso, il ministero dell’Economia ha ribadito la propria posizione sul bollo delle auto storiche, già espressa a metà marzo 2015: le regioni devono far pagare la tassa di proprietà alle vetture di età compresa tra i 20 e i 30 anni, come prevede la legge di stabilità 2015. Insomma, le regioni devono seguire l’orientamento del governo, ponendo fine alle esenzioni per le “ultraventennali”.
ECCO I MOTIVI - Nella nota, il ministero fa riferimento alle sentenze 297/2003 e 288/2012 della Corte costituzionale: alle regioni a statuto ordinario è stato attribuito dal legislatore statale il gettito della tassa, ferma però restando la competenza esclusiva dello stato per ogni altro aspetto della disciplina sostanziale della tassa stessa. Il bollo auto non è un tributo della regione perché non è istituito con una legge propria, ma è un tributo derivato, istituito e regolato da leggi statali, il cui gettito viene semplicemente attribuito alle regioni. Il ministero ricorda che il Consiglio di stato (sentenza 2747/2014) ha precisato come "ogni disposizione normativa regionale contrastante con quella statale è immediatamente incompatibile e pertanto da ritenersi abrogata".
IL MINISTERO È PERENTORIO - Le regioni, conclude il ministero, "non possono intervenire nella disciplina delle tasse automobilistiche reintroducendo un'esenzione che non è più prevista dalla legislazione statale, pena l'impugnabilità davanti alla Consulta delle norme regionali difformi, in violazione dell'articolo 117 della Costituzione". Ora non resta che attendere le reazioni delle regioni che si sono dette intenzionate a confermare le agevolazioni per le auto ultraventennali.