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Brexit: cresce il timore di un “no deal”

17 gennaio 2019

Secondo diverse case automobilistiche, l’uscita del Regno Unito dall’UE senza un accordo arrecherebbe un grave danno all'intero settore.

Brexit: cresce il timore di un “no deal”

SI AVVICINA IL NO DEAL? - Sono ore drammatiche al parlamento inglese, dove il governo di Teresa May si è visto bocciare l’accordo per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, la cosiddetta “Brexit”. Si sta cercando una soluzione per evitare lo scenario peggiore, il “no deal”: senza un accordo, i rapporti tra UE e Regno Unito dal 29 marzo sarebbero regolati dalle convenzioni internazionali del commercio, con l’innalzamento di barriere doganali e dazi. Un disastro per l’industria dell’auto che Oltremanica produce: Jaguar Land Rover, Ford, Vauxhall, BMW, Aston Martin, Honda, Toyota, Nissan hanno tutte fabbriche importanti che verrebbero pesantemente penalizzate con dazi sui prodotti finiti, ma anche sui componenti acquistati. Oltre che un problema economico, si tratta di un problema burocratico: con l’introduzione delle dogane dall’oggi al domani si rischia la paralisi della produzione per mancanza di pezzi.

IL GRIDO DALL'ALLARME - L’associazione dei costruttori britannici (Society of Motor Manufacturers and Traders, SMMT), lancia il grido d’allarme e ricorda ai governanti quanto contribuisce l’industria dell’auto all’economia nazionale. Parliamo di un fatturato di oltre 93 miliardi di euro, con 20 miliardi di apporto alle casse dello stato, 186.000 persone coinvolte direttamente nella produzione e 856.000 considerando l’intero indotto. Il settore dell’auto rappresenta il 12,8% delle esportazioni di beni e investe 4,1 miliardi di euro in ricerca e sviluppo ogni anno. Ci sono più di 30 costruttori e 70 modelli che vengono fabbricati nel Regno Unito, supportati da 2.500 fornitori di componentistica.

FORD E JLR - Tutti i costruttori che producono nel Regno Unito hanno espresso la loro preoccupazione. Secondo la Ford l’eventuale uscita dall’Euro del Regno Unito senza un accordo commerciale a tutela dell’industria britannica avrebbe esiti catastrofici. La Jaguar Land Rover, che è la più esposta, ha ritenuto gravissimo il respingimento da parte del parlamento britannico dell’accordo raggiunto con Bruxelles. Anche i vertici della Vauxhall avrebbero manifestato grande delusione in merito agli ultimi sviluppi della Brexit, osservando che la minaccia dell’uscita dall’Unione Europea senza un accordo sia ancora tragicamente attuale. Il gruppo PSA (di cui fa parte anche la Vauxhall) starebbe addirittura prendendo in considerazione l’ipotesi di chiudere uno dei suoi due stabilimenti nel Regno Unito.

PREOCCUPAZIONE DEI GIAPPONESI - La Honda, pur impegnandosi per lo studio di opportune contromisure, avrebbe rilevato che un mancato accordo tra la Regno Unito e le istituzioni europee avrebbe un impatto fortemente negativo sulle sue operazioni nel vecchio continente. Il suo apparato logistico potrebbe subire un rallentamento se non un  vero e proprio collasso. La Honda produce la Honda Civic nella città di Swindon, in Inghilterra. La Toyota avrebbe già annunciato che sospenderà  la  produzione dei suoi veicoli nel Regno Unito qualora non venisse raggiunto un accordo commerciale tra la Regno Unito e Bruxelles; nell’ipotesi in cui la casa giapponese tenesse fede a quanto affermato, i ricavi aziendali subirebbero una flessione di circa 60 milioni di sterline (68 milioni di euro). Delle 144.000 Toyota Auris prodotte nel 2017 nel suo stabilimento di Burnaston (nella foto), in Inghilterra, circa l'87% è stato consegnato nei paesi dell'Unione Europea. La Toyota possiede anche un altro impianto che realizza motori a Deeside, nel Galles.

BMW E VOLKSWAGEN - La BMW, proprietaria dei due marchi inglesi Rolls-Royce e Mini, avrebbe dichiarato che l'incertezza delle relazioni commerciali tra il Regno Unito e l’Unione Europea sta assumendo proporzioni allarmanti e che occorre prepararsi al peggio. Sempre a quanto si apprende dalla stampa inglese, la Volkswagen avrebbe dichiarato che una opportuna regolamentazione del mercato e del sistema doganale è fondamentali per l'industria. Qualsiasi ulteriore ritardo nel processo decisionale della Brexit rappresenta un rischio per gli investimenti e i posti di lavoro nell’intero comparto. La German Association of the Automotive Industry definisce “fatali” le conseguenze di un mancato accordo, sia dal punto di vista delle case automobilistiche che dell’intera economia britannica, su cui andrebbe a pesare una inevitabile crisi occupazionale.



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Ritratto di Alfiere
17 gennaio 2019 - 20:18
2
Fossi a Roma penserei subito ad una campagna di incentivi per spostare la produzione di auto e i servizi finanziari in italia. Ma quelli pensano a rdc e immigrati.
Ritratto di VEIIDS
17 gennaio 2019 - 21:18
Quanti stabilimenti sono stati aperti in Europa occidentale negli ultimi anni? Te lo dico io: nessuno! I coreani ad esempio li hanno tutti in Europa orientale dove la manodopera costa poco. Figuriamoci chi viene ad aprire in Italia...
Ritratto di alex_rm
17 gennaio 2019 - 21:44
Il gruppo Jaguar-Land Rover sta già costruendo uno stabilimento in Slovacchia ed ha annunciato licenziamenti in Inghilterra.
Ritratto di Rieccomi
17 gennaio 2019 - 21:33
Veramente hanno pure pensato ad aggiungere tasse automobilistiche...
Ritratto di tramsi
18 gennaio 2019 - 15:16
…invece di eliminare l'anacronistico quanto odioso superbollo!
Ritratto di alex_rm
17 gennaio 2019 - 21:42
Sarebbe il momento giusto dato che non credo che FCA faccia più ostruzione a costruttori esteri che vogliano produrre in Italia. Ma est Europa è sempre più appetibile per la minore tassazione e minor costo del lavoro.
Ritratto di dreamerofcars
17 gennaio 2019 - 20:20
Secondo diversi cittadini britannici, la permanenza del Regno Unito nella UE arrecherebbe un grave danno all'intera popolazione. Because change happens
Ritratto di probus78
17 gennaio 2019 - 20:33
La maggioranza è ancora per la Brexit....vogliono bloccare gli immigrati europei e riappropriarsi di piena autonomia in ambito politico economico e militare
Ritratto di Strige
17 gennaio 2019 - 21:48
Balle....vogliono solo bloccare gli immigrati europei. PUNTO. Autonomia in ambito politico, lo avevano gia', ma avevano deciso autonomamente di affidarsi all'UE, difatti il parlamento UK non emanava legge proprie da una vita, in campo economico avevano la sterlina e totale liberta' in campo economico. Aveva tutti i vantaggi che nessun paese aveva in UE. Militare....beh qui si vede quanto sei informato.....
Ritratto di probus78
17 gennaio 2019 - 20:31
Adesso a parte il no deal potrebbero addirittura decidere di restare in UE, ma quest ultima ipotesi viene demonizzata in quanto gli inglesi ci credono ancora alla democrazia ed alla sacralità di quanto sancito dal referendum. In caso di no deal mettiamoci l animo in pace, ad. Attirare gli investimenti stranieri attualmente in gbr non sarebbe di certo l Italia bensì sarebbero Irlanda Belgio Olanda Francia e Germania.
Ritratto di alex_rm
17 gennaio 2019 - 21:46
Alcuni costruttori con il rischio brexit come Jaguar-Land Rover stanno già costruendo uno stabilimento in Slovacchia ed hanno annunciato licenziamenti in Inghilterra.
Ritratto di anarchico2
18 gennaio 2019 - 09:17
Per violazione della policy del sito.
Ritratto di anarchico2
18 gennaio 2019 - 13:12
Gli inglesi pagheranno salato l'aver creduto alle bufale sovraniste. Gli italiani ancora devono soffrire.
Ritratto di Paolo-Brugherio
18 gennaio 2019 - 10:48
6
Gli inglesi, fin dai tempi della creazione della CEE, hanno sempre storto il naso sul fatto di essere "inquadrati" nel resto dell'Europa... non digerivano il fatto che si doveva dare priorità ai prodotti europei quando (a quattro soldi) potevano avere quelli delle loro ex colonie (per esempio: lo zucchero, ma anche stoffe ed oggetti di uso comune). L'esito di questo referendum è stato più impulsivo che ragionato ed i governanti avrebbero dovuto comportarsi con maggior consapevolezza... se non ne hanno le capacità, che se ne becchino le conseguenze!
Ritratto di IloveDR
18 gennaio 2019 - 13:03
3
le questioni internazionali non puoi farle decidere dalla Popolazione, sono questioni delicate e complicate, in generale la Popolazione più del proprio quartiere non riesce a ragionare...l'Unione Europea, l'Unità d'Italia, sono enormi conquiste per la Ns. Società e i Ns. Rappresentanti al Governo dovrebbero sempre impegnarsi a preservarle...
Ritratto di Blueyes
18 gennaio 2019 - 14:59
1
l'unita d'Italia enorme conquista per la nostra società AHAHAHAHAHHAHAHAHAAHAHAHAHAHHAHAHAHAAHAHAHAHAHHAHAHAHAAHAHAHAHAHHAHAHAHAAHAHAHAHAHHAHAHAHAAHAHAHAHAHHAHAHAHAAHAHAHAHAHHAHAHAHA
Ritratto di Marco_Tst-97
19 gennaio 2019 - 00:39
Ti immagini una Toscana o un Regno delle due Sicilie indipendenti nel moderno mondo industrializzato? AHAHAHAHAHAH, quello sì che sarebbe divertente!
Ritratto di Paolo-Brugherio
19 gennaio 2019 - 10:09
6
Beh... un Regno delle Due Sicilie, staccato dal resto dell'Italia, governato da personaggi locali competenti su come pilotare e gestire la loro popolazione, forse forse ora si troverebbe in condizioni migliori.
Ritratto di Marco_Tst-97
19 gennaio 2019 - 14:48
Ne dubito, perché gli mancherebbero molti degli aspetti, tipicamente del Nord, che fanno dell'Italia l'insieme che è oggi.
Ritratto di studio75
18 gennaio 2019 - 17:10
5
Mi aspetto entro Lunedì la nuova proposta del governo Inglese che, con le dovute rassicurazioni di rito (sulla questione Nord irlandese) da parte della UE, concretizzi l'accordo nei tempi previsti. Inutile perdere tempo per raggiungere un accordo che comunque va trovato.