Come molti ricorderanno, nello scorso mese di luglio si è conclusa la lunga querelle tra il Governo e Atlantia, la holding del gruppo Benetton che ha avuto in carico per parecchi anni la concessione di Autostrade per l’Italia (Aspi). Una “battaglia” politica ed economica iniziata in pratica all’indomani del drammatico crollo del Ponte Morandi di Genova e che appunto a luglio ha dato vita ad una sorta di compromesso per estromettere nel corso dei prossimi mesi la società Atlantia, controllata dai Benetton, a favore di un maggior controllo statale.
Ora a distanza di pochi mesi si intravvedono i primi risultati con Atlantia che starebbe procedendo al riassetto societario della controllata Autostrade per l’Italia. Il cda di Atlantia ha infatti dato l’ok per la costituzione della nuova compagnia che deterrà l'88% del capitale di Autostrade. La società si chiamerà “Autostrade Concessioni e Costruzioni Spa" e potrebbe essere il primo passo verso il disimpegno del gruppo Benetton dopo gli accordi di luglio.
Nel pacchetto è prevista anche la chiusura delle trattative in corso con la Cassa Depositi e Prestiti (in pratica l’ingresso dello Stato in Aspi) sulla valutazione economica della società Autostradale. E da tempo ormai filtrano indiscrezioni sul fatto che questo accordo fra le due parti sia imminente: secondo l'agenzia Bloomberg, le trattative attuali prevederebbero uno scorporo del 70% di Atlantia da Autostrade, seguito da una nuova quotazione in Borsa e un aumento di capitale da sei miliardi di euro riservato a Cassa Depositi e Prestiti e ad eventuali altri investitori.
Una ricapitalizzazione necessaria per garantire nuove risorse ad Aspi, ridurre i debiti e acquistare il restante 18% che resterebbe ancora in possesso di Atlantia. Così facendo, si preparerebbe la strada per la progressiva uscita dei Benetton da Autostrade, e soprattutto non si penalizzerebbero gli azionisti di minoranza, poiché il 12% di Aspi è detenuto dai tedeschi di Allianz e dai cinesi di Silk Road. Come sempre insomma tutto ruota intorno al denaro: ecco perché allo stato attuale è molto importante fornire una valutazione economica di Aspi: sempre secondo alcune indiscrezioni il valore sarebbe prossimo a 11 miliardi di euro.
Da registrare anche i commenti del numero di Cdp, Fabrizio Palermo, che sottolinea le difficoltà di una trattativa molto complessa economicamente, trattativa che in ogni caso andrà a buon fine, mentre il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri non esprime valutazioni ma conferma che il negoziato sta procedendo secondo programma.