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Com’è cambiato il trasporto dopo la pandemia

Pubblicato 25 agosto 2020

Secondo uno studio nel post-lockdown il 37% degli italiani utilizzerà meno i trasporti pubblici preferendo mezzi individuali come la bicicletta o il monopattino.

Com’è cambiato il trasporto dopo la pandemia

La pandemia, oltre ad avere messo in seria difficoltà il mercato dell’auto, ha provocato grossi cambiamenti nelle abitudini della mobilità urbana. Nello specifico, dopo il lockdown, le paure di contrarre l’infezione da Covid-19 hanno rallentato molto l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici, ritenuti troppo promiscui, a favore dell’impiego dell’auto privata, della bicicletta e di tutti quei mezzi di trasporto che rientrano nel segmento della micromobilità elettrica, come i monopattini.

Cambiamenti che sono stati fotografati dalla BCG, società di consulenza che ha realizzato un’indagine specifica dove sono stati coinvolti 5.000 abitanti delle principali città negli Stati Uniti, Cina ed Europa occidentale (Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito), che ha come obiettivo quello di comprendere come sono cambiate le abitudini del trasporto dopo la pandemia. E i risultati ottenuti sono stati molto interessanti (qui lo studio completo). 

Durante il lockdown l'utilizzo di quasi tutti i mezzi di trasporto è crollato del 60% in Europa, USA e Cina e le bici private e lo spostamento a piedi sono state le modalità preferite dai cittadini di tutto il mondo, passate dal 21 al 59%. Congiuntamente, durante la prima fase dell’emergenza sanitaria, i viaggi in auto privata sono diminuiti drasticamente, anche in virtù delle disposizioni di legge che di fatto hanno limitato gli spostamenti: negli Stati Uniti, i chilometri percorsi dai veicoli sono diminuiti di più del 65%, arrivando in alcuni stati al -80% a inizio aprile. Ma a cambiare sono state soprattutto le abitudini post lockdown. 

La ricerca ha infatti evidenziato che una volta terminata la prima fase della crisi, una quota tra il 40% e il 60% in tutti i Paesi ha registrato la volontà di utilizzare i trasporti pubblici meno o molto meno frequentemente, prediligendo le camminate, la bici o la propria auto. Tra tutti i Paesi, la Cina sembra essere quello più disposto a utilizzare i mezzi pubblici rispetto a Europa e America.  Discorso analogo per le altre modalità di mobilità condivisa, come il ride hailing e il car sharing, utilizzate con minore frequenza. 

L’Italia è risultata essere il secondo Paese dopo la Cina per utilizzo dell'auto privata come mezzo principale e il terzo (dopo Cina e Stati Uniti) per interesse nell’acquisto di un’auto; a seguito del lockdown il 37% degli intervistati ha dichiarato che utilizzerà molto meno di prima i mezzi pubblici, preferendo la propria auto, la bici (secondo la ricerca un quarto degli italiani userà più che in passato le due ruote per spostarsi in città) o le camminate. Facendo una proiezione che riguarda i prossimi 12-18 mesi, in Italia, il mezzo di trasporto che dovrebbe avere la meglio sarà proprio la bicicletta, complice anche i recenti bonus per favorirne l’acquisto.

La pandemia si è portata dietro anche delle strategie di prevenzione che riguardano una generale riduzione dei tempi di spostamento. Ad esempio durante il lockdown circa un terzo degli intervistati ha viaggiato in momenti diversi della giornata per evitare la folla e quasi un quarto si è servito dei mezzi pubblici solo in presenza di posti vuoti (il 63% degli intervistati in Europa e il 78% negli Stati Uniti ha scelto di evitare qualsiasi contatto viaggiando con la propria auto). 

Lo scenario dopo il lockdown prefigurato dalla ricerca appare realistico. Lo studio ha evidenziato che in generale i consumatori rimangono fedeli alla tipologia di mobilità che erano abituati ad utilizzare prima del Covid-19. Nel breve termine, infatti, una quota tra il 67% e il 76% degli utenti che usufruiva della mobilità condivisa (ride hailing, taxi, car, bike ed e-scooter sharing) prevede di continuare a utilizzarla o, addirittura, di incrementarne l’impiego. I mezzi pubblici nel post-lockdown, soprattutto in Europa, si confermano i meno graditi. 

Nel breve termine questi cambiamenti determineranno l’aumento nell’utilizzo di mobilità individuale, ovvero auto, moto e monopattini, anche in Europa, con una crescita di tutti quei servizi di ride-hailing (un servizio come Free Now dove il cliente prenota un viaggio tramite un’app) accompagnati da un idoneo servizio di sanificazione.

Nel medio termine, ossia nei prossimi 12-18 mesi, la BCG prevede invece due potenziali scenari: la conferma della mobilità privata come modalità più usata, o il ritorno dei mezzi pubblici, prospettiva, quest’ultima, che appare più probabile e che in parte si sta riscontrando nelle grandi città dove le compagnie hanno adottato tutte le misure di sicurezza per ridurre i rischi.

Quale mezzo userai d’ora in poi per gli spostamenti quotidiani casa-lavoro?
Auto
53%
  • Auto
    53%
  • Bicicletta
    15%
  • Moto
    9%
  • Monopattino
    9%
  • A piedi
    9%
  • Mezzi pubblici
    6%
  • Mezzi condivisi (sharing)
    0%



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Ritratto di Meandro78
25 agosto 2020 - 20:23
Biciclette e monopattini elettrici possono indubbiamente aiutare. Tuttavia esistono sostanziali differenze da città a città e solo le città ultrapiatte della valle del Po', con le loro ciclabili, potranno efficacemente fruire di tali mezzi alternativi ma molto più lenti di mezzi convenzionali e pericolosi senza preferenziali.
Ritratto di Andre_a
26 agosto 2020 - 10:16
Per esperienza personale, nei centri delle città, anche quelli più collinari, la bicicletta è il mezzo di trasporto più veloce.
Ritratto di Meandro78
26 agosto 2020 - 11:04
Dipende da strade e pendenze
Ritratto di Andre_a
26 agosto 2020 - 11:27
Sicuramente ci saranno città poco trafficate e molto pendenti dove questo non è vero, ma credo che affrontare qualche colle in bici faccia perdere meno tempo rispetto allo stare in fila, cercare parcheggio e poi camminare fino a destinazione. Secondo me, più che le pendenze e le strade, conta l’allenamento, ma oggi, con le bici a pedalata assistita, i wattaggi da professionista sono alla portata di tutti.
Ritratto di Meandro78
26 agosto 2020 - 11:58
Riformulo su Roma. Dove le piste ciclabili sono poche e mal collegate. Molti quartieri hanno come una strada viottoli d'epoca papale per non risalire ai tempi dei romani. E parlo di tutto il tessuto del comune del territorio più prettamente urbano, circa 300 degli oltre 1000 kmq.
Ritratto di Andre_a
26 agosto 2020 - 12:39
A Roma ogni tanto ci vado per lavoro, e sinceramente non so come facciate in auto: code ovunque, spesso non si trova parcheggio neanche a pagamento e in doppia fila, i garage costano più degli hotel di lusso, la gente guida seguendo regole ignote... Pre-covid per me la combinazione perfetta era metro+bici pieghevole, oggi la metro non me la sento di prenderla, ma comunque preferisco la bici alla macchina. Vero, le strade sono brutte, ma con delle gomme un po’ più “cicciotte” si viaggia bene, salite o pendenze estreme invece non ne ho proprio trovate: non è piatta, ma non è neanche Valparaiso.
Ritratto di Almeron771
25 agosto 2020 - 21:12
Questo periodo ha portato le sue positività, ho totalmente eliminato la seconda auto di famiglia, a favore di bici e monopattini e posso dirvi che funziona alla gramde.Uso l'unica auto che mi è rimasta per andare a lavoro, ma sinceramente mi piacerebbe eliminare pure quella.
Ritratto di Meandro78
26 agosto 2020 - 12:00
Una gioia leggere queste considerazioni su un portale di auto dove chi scrive dovrebbe essere un appassionato. Però, effettivamente, se deve essere una tortura ed uno strazio meglio fare altrimenti.
Ritratto di Almeron771
26 agosto 2020 - 19:06
Le autovetture mi piacciono, sono pure un igenere meccanico percui seguo con interesse molti loro dettagli e particolari, ma meglio non possederle, non averne necessita, ed affittarsene una qualche fine settimana per una scampagnata.
Ritratto di deutsch
27 agosto 2020 - 00:17
4
E la spesa al supermercato come la fai, in bici?
Ritratto di Almeron771
27 agosto 2020 - 06:30
Anno del signore 2020 d.c. sono ormai tre anni che la spesa me la faccio portare a casa, coop,esselunga....etc....la sera con calma mi metto davanti al mio tablet mi faccio la spesa, con calma riesco a sfuttare tuti gli sconti, (risparmio c.ca il 30 % rispetto a chi la fa al sulermercato), aĺ 90% la consegna e gratuita, e quando pago la consegna solo quei 4 o 5 euro, meno di quanto spenderei i benzina o altro. Quel pomeriggio di non spesa...me la passa al parco con mia figlia o faccio altro.Se abiti in città potresti anche non aver bisogno dell'auto, io ne ho lascisto una sola per questioni di lavoro....ma con lo smart working sto un po' rivalutando le cose.
Ritratto di deutsch
27 agosto 2020 - 09:04
4
Faccio 3000km all'anno in bici per andare al lavoro ormai da diversi anni ma comunque non rinuncerei mai alla seconda auto. Il supermercato era un esempio, ma potrei dirti portare i figlia scuola, a fare sport, Io ne ho tre, Andare al lavoro ect. Chiaro che se la famiglia abita a lavora in una grande città può farsi bastare un'auto ma preferisco spendere qualche centinaio di euro all'anno per avere la comodità della seconda auto. Lo Smart working per la massa non durerà in eterno, prima o poi si tornerà alla normalità
Ritratto di Almeron771
27 agosto 2020 - 09:35
Penso sia questione di organizzazione, prima anch'io avevo due auto in famiglia poi ne ho venduta una per cambiarla,mi sono accorto che in effetti non avevo bisogno della seconda e non l 'ho piu presa.Io abito in una piccola città e riesco agestire due figli etc...senza la sevonda auto, non è una questione economica, perché potrei andarla a prendera anche domani mattina è che mi sono accorto che proprio non mi seve.
Ritratto di Andre_a
27 agosto 2020 - 11:21
Io il bisogno della macchina lo comincio a sentire solo ora col Covid, ed è una sensazione che non mi piace per niente. Prima ho sempre fatto tutto in bici, a piedi o coi mezzi pubblici: scuola, lavoro, spesa (ora me la faccio mandare a casa anch’io), figli... la macchina c’è l’ho solo perché mi piace e per i viaggi verso mete non troppo lontane.
Ritratto di Mark R
25 agosto 2020 - 21:49
Per me non c'è solo da fare la domanda "quale mezzo userai..." ma anche "quante volte farai il percorso casa-lavoro?" visto che, qua in Italia, si è "scoperto" lo smart-working.
Ritratto di otttoz
26 agosto 2020 - 06:20
Secondo uno studio mio, dopo aver visto da un concessionario un pacco di ordini di auto nuove, invece sarà la macchina
Ritratto di Mbutu
26 agosto 2020 - 08:30
Pur non avendo simpatia per la categoria del ciclista, adesso è necessario che nelle città più grandi vengano sviluppate seriamente le ciclabili in modo da garantire sicurezza a tutti. E poi bisogna cominciare a lavorare sull'educazione civica e stradale di questa categoria. Il pendolarismo oggi è in parte mitigato dallo smart working, ma per il futuro vanno migliorati i collegamenti con l'hinterland.
Ritratto di Andre_a
26 agosto 2020 - 10:14
Scusami, forse te l’ho già detto, ma il concetto di “categoria del ciclista” è di una banalità estrema. Sembra quasi che se ti si mette una bici sotto al sedere diventi improvvisamente un criminale. La maggior parte dei ciclisti sono anche automobilisti, e sono pronto a scommettere che quei ciclisti che passano con il rosso diventano poi automobilisti che guardano il cellulare mentre ignorano i limiti di velocità. Con la sottile differenza che, mentre erano in bici, le possibilità di far male ad altri erano molto inferiori.
Ritratto di Mbutu
26 agosto 2020 - 11:26
Andrea_a, ed io credevo di averti già risposto. La mia esperienza è che anche quei ciclisti che sono contemporaneamente automobilisti quando hanno una bici sotto al sedere tengono dei comportamenti molto più "disinvolti" proprio per via del mezzo che guidano e della sua ottenuta pressoché impunibilità.
Ritratto di Mbutu
26 agosto 2020 - 11:27
* aggiungo, chiaro che non valga per tutti. Ma nella massa ...
Ritratto di Andre_a
26 agosto 2020 - 11:36
Sicuramente mi avevi già risposto, scusa, la mia memoria non è più quella di un tempo :) Comunque, ti darei ragione se gli automobilisti fossero generalmente rispettosi delle regole e i ciclisti no. Approfondirò l’argomento, ma da una veloce googolata ho trovato un articolo de La Repubblica del 2019 secondo cui le infrazioni registrate dalle telecamere di Torino sono compiute innanzitutto dai pedoni (mettiamo targa, casco e assicurazione obbligatori anche a loro?), seguiti dagli automobilisti e poi dai ciclisti... e se si scoprisse che, nonostante le targhe, sono gli automobilisti ad essere più “disinvolti”?
Ritratto di Francesco Pinzi
26 agosto 2020 - 12:18
Quel giorno (spero mai) che metteranno la targa a bici e monopattino sarà la fine delle poche libertà rimaste, un vero regime fiscale. Io dico.. educhiamo, obblighiamo tutti a sapere come ci si comporta per strada. Solo così ci sarà un vero progresso. Imporre tasse e multare è un modo rapido e fruttuoso di lavarsene le mani
Ritratto di Andre_a
26 agosto 2020 - 12:30
@Francesco Pinzi: fino a poco tempo fa ero d’accordo con te al 100%, mentre ora ho una posizione leggermente diversa: si alle targhe per le bici, a patto che siano gratuite (si tratta pur sempre di un mezzo ecologico da incentivare, e se mi possono fare gratis la carta d’identità, potrebbero farmi anche la targa della bici) o al massimo che ci facciano pagare il costo effettivo della procedura (ad esempio: meno di 20€ per un’immatricolazione, meno di 5€ per un passaggio di proprietà). Una bici targata ma non stratassata aiuterebbe prima di tutto gli stessi ciclisti, in quanto probabilmente si ridurrebbero i furti e si toglierebbe un argomento agli “anticiclisti”.
Ritratto di Francesco Pinzi
26 agosto 2020 - 17:00
Sai bene in che stato siamo, metti la targa e compare subito un bollo annuo da pagare e assicurazione, per non parlare di chissà che diamine di obblighi per il mantenimento obbligatorio del mezzo. Io dirò sì alle targhe, anche ai pedoni per assurdo, quando potremo portarcela dietro come in america, e pagarne UNA! Assicurazione compresa! Intendi?
Ritratto di Mbutu
26 agosto 2020 - 18:13
Gli aspetti "economici" del targare le bici sono sicuramente un tasto dolente. Ma personalmente penso che un mezzo che circola su strada debba essere riconoscibile ed assicurato.
Ritratto di Andre_a
26 agosto 2020 - 22:52
Sinceramente ho trovato molto poco sull’argomento, ma da quel poco sembrerebbe che, nonostante la tua percezione, gli automobilisti commettono tante infrazioni quante i ciclisti, se non di più, e le infrazioni degli automobilisti hanno costi sociali più elevati. Sull’assicurazione per i ciclisti, invece, sarò d’accordo quando la metteranno anche ai pedoni (ovvero mai).
Ritratto di Mbutu
27 agosto 2020 - 09:42
Andre_a, non so che genere di statistica tu abbia trovato. C'è però un problema di fondo nel fare il confronto: le infrazioni delle bici non vengono proprio rilevate. Contromano, circolazione sui marciapiede, sorpassi a destra. Addirittura eccessi di velocità! A scendere dai passi in moto mi è capitato di essere superato da ciclisti perché io andavo a 50 e loro si buttavano in picchiata passando davanti ai Velox senza preoccuparsi.
Ritratto di Andre_a
27 agosto 2020 - 11:12
Uno è l’articolo de La Repubblica di Francesco Antonioli del 9 dicembre 2019, l’altro uno studio intitolato Scofflaw bicycling: illegal but rational di Marshall, Piatkowski e Johnson pubblicato sul Journal of Transport and Land Use l’8 marzo 2017, più altra roba su siti semi sconosciuti. La tesi opposta invece l’ho trovata solo nelle opinioni più o meno civilmente espresse da utenti che guidano l’auto. È poca roba, lo so, ma è più del tuo “occhiometro”, e secondo me ha senso: è vero che il ciclista non ha la targa, ma in caso di incidente rischia seriamente le penne. Anche perché, sai quante volte scendendo dai passi in bici sono stato sfiorato da motociclisti col ginocchio a terra che si credono VR46? Con le esperienze personali non si va lontano, e forse dovresti cominciare a considerare il fatto che i ciclisti potrebbero essere indisciplinati quanto (se non meno) gli altri fruitori della strada e, ribadisco, sono meno pericolosi.
Ritratto di deutsch
27 agosto 2020 - 00:21
4
La gente sa benissimo come ci si deve comportare, il problema è che poi fa altro
Ritratto di Roomy79
26 agosto 2020 - 21:02
1
Meglio ancora, da automobilisti insultano i ciclisti che stanno in mezzo o non buttano in in canale per favorire il sorpasso... Quando vanno in bici inveiscono contro gli automobilisti che li sverniciano. Mediocritatem italica
Ritratto di erresseste
26 agosto 2020 - 08:44
Per valutare il traffico nelle città, bisogna vedere in quanti dalle periferie useranno l'auto per recarsi al lavoro, invece di usare i mezzi di trasporto pubblici. Perchè da Settembre, molte aziende richiameranno in sede i propri dipendenti.
Ritratto di katayama
26 agosto 2020 - 09:56
Le mattine post-pandemiche dell'autunno-inverno '20-'21 non saranno diverse, non saranno frutto d'improbabili rendering degli ecosistemi urbani o d'istogrammi consulenziali dal forte bias. Saranno fredde, umide, gelate, piovose, nevose, ventose e buie, com'è sempre stato. Sinceramente non capisco di cosa si stia parlando. Vendere un prodotto consulenziale d'impatto è una cosa, restituire la realtà fattuale un'altra.
Ritratto di katayama
27 agosto 2020 - 09:04
https://intelligence.weforum.org/topics/a1Gb00000038poVEAQ?tab=publications%C2%A0%C2%A0e+%C2%A0https%3A%2F%2Fwww.weforum.org%2Fvideos%2Fa-top-futurist-shares-3-scenarios-facing-countries-in-the-coronavirus-pandemic
Ritratto di Andre_a
26 agosto 2020 - 10:27
Io lavoro principalmente da casa, quindi per il tragitto casa-lavoro non faccio testo. A volte, però, devo spostarmi per lavoro e, mentre prima preferivo l’accoppiata treno+bici, nel post covid ho preso la macchina (sempre accoppiata alla bici). Non mi ha fatto piacere, anche perché la mia macchina non è certo adatta ai lunghi viaggi, ma di andare in treno non me la sento.