CAPITALISMO CLIMATICO - Nella produzione di batterie per la mobilità, la Cina ha battuto tutti sul tempo. Non è un caso se nel 2025 si prevede che il Paese asiatico avrà, da solo, circa il triplo della produzione di tutto il resto del mondo messo assieme. Capacità industriali e presenza delle materie prime possono contribuire a spiegare il perché di questo dominio assoluto. Ma è tutto qua? Akshat Rathi, giornalista londinese di Bloomber News, ha provato ad analizzare questa realtà nel libro Climate Capitalism. Il reporter ha analizzato il dominio cinese nel settore delle batterie focalizzandosi sulla CATL, oggi la più grande azienda di batterie al mondo. Ecco quel che emerge dal suo racconto.
FALLIMENTO TEDESCO - Secondo Rathi, il predominio diventa evidente al mondo nel luglio del 2018, quando Angela Merkel, allora cancelliere della Germania, e il premier cinese Li Keqiang firmarono un accordo che impegnava la CATL a costruire la prima grande fabbrica di batterie per auto elettriche della Germania. L’accordo, stando a quanto raccontato dal giornalista inglese, decretava il fallimento dell’industria automobilistica tedesca, che era stata la spina dorsale economica del Paese. Questo non perché le aziende tedesche non avessero la possibilità di produrre le auto che la gente desiderava, “ma perché non aveva sviluppato una tecnologia cruciale - le batterie agli ioni di litio - che le avrebbe alimentate nel 21° secolo”, scrive Rathi. Così, mentre gli altri Paesi cercavano di recuperare lo svantaggio, la Cina ha preso la leadership.
LA EXXON INVENTA LA BATTERIA AGLI IONI DI LITIO - Sebbene le auto elettriche fossero un’idea praticamente contemporanea alla nascita dell’automobile, solo con l’invenzione delle batterie agli ioni di litio i motori elettrici sono diventati un’alternativa credibile a quelli a combustione. I primi a crederci fu proprio un colosso dell’industria petrolifera, la statunitense Exxon, che durante a crisi petrolifera degli anni ‘70 grazie al chimico Stanley Whittigham inventò la prima batteria ricaricabile agli ioni di litio. Ma c’era un enorme problema: queste batterie continuavano a prendere fuoco. La crisi petrolifera poi si concluse e negli anni ‘80 la Exxon smise di interessarsi alle alternative del petrolio.
COMMERCIALIZZAZIONE DAL GIAPPONE - Negli anni ‘90 la giapponese Sony fu la prima a commercializzare le batterie agli ioni di litio, come aggiornamento per le sue videocamere portatili. Ma la Sony non fu l’unica a interessarsi di questa nuova tecnologia e nel 1999 Zen Yuqun fondò, a 31 anni, la ATL (Amperex Techology Limited). In due anni la ATL produsse batterie al litio per 1 milione di dispositivi e venne acquisita dalla giapponese TDK, diventando fornitrice di Samsung e Apple.
ENTRA IN GIOCO LA CINA - Nel 2006, la casa automobilistica indiana Reva produceva la G-Wiz, auto elettrica a due posti con batterie al piombo: arrivava al massimo a 40 km/h, aveva un’autonomia di 80 e la sua ricarica era molto lenta. Problemi che si risolsero con le batterie agli ioni di litio. Nel 2008, con le Olimpiadi di Pechino, la ATL ebbe l’occasione di dimostrare la validità della tecnologia con una flotta di auto elettrici alimentati dalle sue batterie. Il governo cinese e i vertici della ATL fiutarono l’opportunità e nel 2011 venne creata la CATL, con la C che sta per Contemporary, a dimostrazione della convinzione che il futuro della mobilità fosse elettrico.
DALLA CINA ALLA GERMANIA - Il governo cinese introdusse una serie di incentivi per le auto elettriche, mentre le aziende occidentali, che volevano espandere la loro presenza in Cina, iniziarono a collaborare con la CATL. Nel 2013, la BMW lanciò in Cina la Zinoro completamente elettrica, basata sulla BMW X1 e con batterie della CATL. Lavorando a questo progetto la CATL aggiunse alcune competenze ingegneristiche tedesche, facendo più attenzione ai dettagli e all’affidabilità dei suoi prodotti. Fino ad arrivare a “invadere” pacificamente la Germania stessa, con la prima fabbrica di batterie per auto di cui abbiamo parlato all’inizio. Ora il colosso cinese, che vende batterie a tutti i costruttori, ha uno stabilimento anche in Ungheria e intende realizzarne di nuovi negli USA e in Messico.