CHIEDONO AIUTO - In una lettera indirizzata a Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, i Presidenti dell'Associazione dei costruttori europei di automobili (ACEA), Mike Manley; quello dell'Associazione europea per la componentistica componenti per automobili (Clepa), Thorsten Muschal; l'Associazione Europea dei Produttori di Pneumatici e Gomma (Etrma), e altri rappresentanti della filiera automotive hanno fotografato la drammatica situazione in cui versa il settore in Europa a seguito dell’epidemia di coronavirus. In queste settimane, si legge nella lettera, tutto è bloccato: non vi è alcuna attività di produzione, sviluppo, test o progettazione. Questo sconvolge i piani che ogni costruttore aveva programmato per adeguarsi a rispettare le leggi e i nuovi regolamenti in termini di emissioni che sono entrati o stanno per entrare in vigore.
RIMANDARE I LIMI DI CO2 - Per tali evidenti ragioni l’ACEA chiede la possibilità di valutare una moratoria sull'applicazione della normativa sulle emissioni di CO2. Tesi peraltro supportata anche dalle altre associazioni della filiera automotive che prevedono conseguenze molto gravi a seguito dell’epidemia. Nel dettaglio la nuova normativa europea in vigore dal primo gennaio 2020 impone ai produttori di garantire che la media delle loro auto vendute in Europa quest'anno non generi più di 95 grammi di CO2 (anidride carbonica) per chilometro. Ogni grammo in eccedenza comporta una multa di 95 euro per ogni auto venduta.
UN SETTORE STRATEGICO - Insomma si tratta di una crisi gravissima per i quasi 14 milioni di lavoratori legati all’auto in Europa, al punto che la maggior parte degli addetti è tecnicamente disoccupata o lavora da casa, quando possibile. Si tratta di una crisi senza precedenti anche perché nessuno al momento può dire quanto durerà questa situazione.
SERVONO MISURE DRASTICHE - Tra l’altro, sottolinea ACEA, un grande ostacolo all'attività sono i gravi problemi di liquidità delle aziende nel breve e medio termine e il rischio, per molti, è quello di dover affrontare le prossime settimane con una preoccupante mancanza di risorse finanziarie. Le ultime misure stanziate dalla Commissione, con 37 miliardi di euro erogati non bastano: secondo ACEA e le altre realtà del settore, è necessario fare di più, molto di più per garantire capitali anche alle realtà più piccole, ma non per questo meno importanti.