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Crisi di Mirafiori: la cassa integrazione continua

Pubblicato 05 febbraio 2024

Altre quattro settimane di cassa integrazione, che si aggiungono alle tre già annunciate, per gli operai della fabbrica di Stellantis. Cresce la preoccupazione dei sindacati.

Crisi di Mirafiori: la cassa integrazione continua

UN TURNO PER TUTTO MARZO - Doveva durare 3 settimane, dal 12 febbraio al 3 marzo 2024, il periodo di cassa integrazione per 2.260 operai dello stabilimento Stellantis di Mirafiori. Tuttavia il gruppo guidato da Carlos Tavers ha annunciato ai sindacati un nuovo prolungamento di altre 4 settimane: gli operai lavoreranno su un solo turno fino al 30 marzo, più che raddoppiando in pratica la cassa integrazione rispetto a quanto prospettato solo poche settimane fa. Un totale di quasi due mesi in cui la produzione di auto, tra le quali la Fiat Nuova 500 elettrica, all’interno dell’impianto sarà decisamente inferiore.  

NUMERI IN CALO - Continuano ad addensarsi le nubi sull’impianto piemontese, che dal milione di auto prodotte ogni anno negli anni ‘60 e ‘70 è calato fino al record negativo di 22.000 auto nel 2019. L’avvio della produzione della 500 elettrica, che aveva portato a 88.000 auto prodotte nel 2022, aveva fatto ben sperare, ma nel 2023 è arrivato un nuovo calo del 9,3%, che ha portato la produzione a 85.940 unità. Negli ultimi anni, ai dipendenti pensionati non sono seguite nuove assunzioni e lo scorso anno Stellantis ha proposto consistenti incentivi economici per spingere alle “uscite volontarie”. 

SEGNALI DA FAR TREMARE I POLSI - Il nuovo periodo di cassa integrazione rappresenta quindi un segnale del periodo di sofferenza per Mirafiori. Michele De Palma, segretario generale della Fiom, ha invitato il governo a convocare i vertici di Stellantis con le organizzazioni sindacali per trovare un accordo su nuovi modelli e garantire un futuro agli stabilimenti italiani. “Ci sono tanti segnali che ci fanno tremare i polsi”, aggiunge il segretario generale della Fiom di Torino, Edi Lazzi. “Il caso Mirafiori deve essere di rilevanza nazionale, lo stabilimento deve essere messo nelle condizioni di avere prospettive”, aggiunge l’omologo della Fim torinese, Rocco Cutrì, “Serve un nuovo modello subito”, conclude Luigi Paone, segretario della Uilm di Torino.  



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Ritratto di Tistiro
6 febbraio 2024 - 18:45
Ma puntare sull elettrico ti farà sbarcare il lunario. Eh... si vede.... tutti a casa. Ah ma la colpa è degli incentivi bassi... anche all estero?
Ritratto di Oxygenerator
7 febbraio 2024 - 13:31
Puntare all’elettrico ? Perchè fanno un’auto elettrica ? Questo è per lei puntare sull’elettrico ? Allora tesla cosa fa ? Un altro lavoro proprio.
Ritratto di Newcomer
7 febbraio 2024 - 18:22
Se nemmeno Tesla genera utili e ormai è destinata alla dismissione del ramo auto come può Fiat/Stellantis risolvere i problemi puntando su nuovi modelli elettrici?
Ritratto di Oxygenerator
8 febbraio 2024 - 08:17
Costruendo vere auto elettriche e non dei mischioni che non sono né carne e pescee. Oltretutto sommando gli svantaggi delle due tecnologie. Non si tiene il piede in due scarpe. Non funziona mai.
Ritratto di probus78
6 febbraio 2024 - 18:46
Prospettive un po' tenebrose visto che in Italia le auto elettriche non si vendono. Dovrebbero tornare a produrre qualcosa a gasolio, da usare rigorosamente in città e max 5k km/anno.... Come nei bei vecchi anni 2000/2010. Scherzi a parte dovrebbero capire che gli italiani hanno bisogno di auto low cost.
Ritratto di Golden eagle
6 febbraio 2024 - 19:07
L'Italia è l'unico paese occidentale ad avere le retribuzioni ferme da circa trent'anni... Stellantis (e gli altri produttori) dovrebbero produrre e vendere qui le stesse auto destinate al Sud America, e rilancerebbero vendite e produzione.
Ritratto di probus78
6 febbraio 2024 - 19:25
Credo non possano farlo a causa delle diverse normative sulle emissioni. Le auto attualmente in vendita in Sudamerica probabilmente non rispetterebbero normativa euro 6.
Ritratto di Sherburn
7 febbraio 2024 - 01:49
Non è solo una questione di normative. Chi apprezza quelle auto (e io sono uno di quelli) cambia l'auto con una frequenza bassa, per motivi di budget. Non siamo un mercato interessante per i costruttori.
Ritratto di Oxygenerator
7 febbraio 2024 - 13:34
Non possono anche perchè non rispettano tutta una serie di norme sulla sicurezza, oltre che quelle sulle emissioni.
Ritratto di Beppe_90
6 febbraio 2024 - 19:29
Mi dispiace soltanto per i poveri lavoratori… Stellantis e Tavares dovrebbero chiudere domani! Avanti sempre e solo con l’elettrico !! Forza su
Ritratto di Simone Pettenuzzo
6 febbraio 2024 - 23:04
Forse gli italiani non hanno più un marchio di bandiera da comprare e cercano altro?
Ritratto di Torque5000
7 febbraio 2024 - 01:44
Ricapitolando i prezzi delle loro macchine sono cari per avere buona marginalità, se poi le cose vanno male a rimetterci sono lo Stato e i lavoratori. Si privatizzano gli utili e si socializzano le perdite come da tradizione.
Ritratto di Sherburn
7 febbraio 2024 - 08:44
Sintesi perfetta.
Ritratto di Francesco Pinzi
7 febbraio 2024 - 09:04
Perfetto
Ritratto di Tistiro
7 febbraio 2024 - 13:07
Purtroppo è cosi
Ritratto di Oxygenerator
7 febbraio 2024 - 13:36
Da sempre è così con gli agnelli. Ma mica solo con loro. Vogliamo parlare dei fatti dell’ilva o di Alitalia ? Bisogna lasciar morire le aziende che non riescono a stare sul mercato. Gli aiuti statali servono a poco.
Ritratto di Snom 320
7 febbraio 2024 - 10:35
ma è dagli anni 90 che l'italia non merita più una casa automobilistica nazionale. Non provate a colpevolizzare l'elettrico. Sono anni oramai che l'italiano medio comprava straniero. Troppo popolare e da sfigati comprare fiat.
Ritratto di Tistiro
7 febbraio 2024 - 13:08
Un conto è comprare, un altro è produrre
Ritratto di Newcomer
7 febbraio 2024 - 18:20
L’elettrico farà chiudere tanti stabilimenti, anzi sta già succedendo
Ritratto di Sherburn
7 febbraio 2024 - 18:49
Severo, ma sono d'accordo. Ho sempre avuto macchine italiane, ma ero considerato uno sfigato per questo. Quando ero giovane tutti volevano VW, ed erano popolari Renault e Peugeot. Quando andavo in Francia mi colpiva il fatto che, tranne rare eccezioni, erano tutti marchi francesi.
Ritratto di Gordo88
7 febbraio 2024 - 11:07
1
Io permetterei un tot di cassa integrazione massima, se gli inetti francesi non vogliono fare investimenti su maserati e se cala la produzione di 500e lo stabilimento è ovviamente fermo.. ah c' è anche la parte di riciclo e rigenerazione batterie, rido.
Ritratto di Oxygenerator
7 febbraio 2024 - 13:40
Capita quando si costruiscono modelli che non vendono. Da un articolo precedente di al volante : Attualmente, all’interno del sito, vengono prodotte la nuova 500 elettrica e il SUV Maserati Levante ma anche Fiat 500 BEV, Maserati Ghibli e Maserati Quattroporte. Qui verrà costruita anche la Maserati Folgore, la versione elettrica della Grecale. In arrivo; Maserati Gran Cabrio e Gran Turismo.
Ritratto di Newcomer
7 febbraio 2024 - 18:18
Se i nuovi modelli saranno elettrici la situazione può solo peggiorare
Ritratto di Sherburn
7 febbraio 2024 - 18:50
Metteremo tutti su un baracchino di street food. Gli altri, camerieri. Il mito che saremmo diventanti tutti attori protagonisti del terziario avanzato è, appunto, un mito.
Ritratto di Oxygenerator
8 febbraio 2024 - 11:52
Veramente Maserati è fallita molte volte nella sua storia e i motori elettrici non esistevano. Come si spiega sta storia ?
Ritratto di Oxygenerator
8 febbraio 2024 - 11:53
Si spiega così : non vende un kazzo
Ritratto di alex_rm
7 febbraio 2024 - 18:55
Orami l’industria italiana automobilista sta per essere smantellata(si produce meno di un terzo rispetto a 10 anni fa)e gli italiani pensano a sanremo è il mercato italiano sta per essere inondato di automobili cinesi
Ritratto di giuseppe971
10 febbraio 2024 - 12:03
Potremmo produrre turbine idrauliche per produrre elettricità gratuita dalle insenature dei fiumi, tagliando le insenature con delle galerie dove verranno inserite proprio queste turbine. Chi costruirà le gallerie? I palestinesi, loro sono specialisti.